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VICENZA - Lo scorso 2 agosto Stefania è arrivata a Vicenza alla biblioteca Bertoliana con l’intenzione di affidare a qualcuno la valigia in memoria di Roberto, vicentino, una delle 85 vittime della strage di Bologna del 2 agosto 1980. Stefania è una degli 85 viaggiatori di “A destino”, iniziativa curata dalla Compagnia Teatro dell’Argine in collaborazione con l’Associazione tra i familiari delle vittime della strage alla Stazione di Bologna del 1980. Lei è partita dal capoluogo emiliano portando con sé una valigia bianca contenente canzoni, poesie, una lettera scritta di suo pugno, la biografia della vittima vicentina, Roberto, e due libri: "Trattato di funambolismo" di Philippe Petit e "La linea d’ombra" di Joseph Conrad.
Accolta dalla direttrice, Mattea Gazzola, Stefania ha raccontato il suo viaggio, il contenuto della valigia e la scelta dei libri destinati alla città: «Li ho scelti perché la nostra vita è fragile, appesa a un filo… basta una folata di vento e le cose possono mutare da un momento all’altro. In Bertoliana questi libri potranno essere letti e apprezzati». Stefania ha, così, raccontato della vittima vicentina, Roberto Gaiola, della strage di Bologna: «Si chiamava Roberto, aveva 25 anni ed era di Vicenza. Aveva avuto una vita un po’ sfortunata, però sembrava che si stesse rimettendo in sesto per ricominciare da capo… Ma il destino lo ha stroncato».
Quella valigia è ora a Vicenza, quella che era la destinazione del giovane 42 anni fa, come a terminare simbolicamente il suo viaggio. La Bertoliana intende da oggi ricordare la strage ogni 2 agosto, attraverso la valigia che contiene la memoria ritrovata della giovane vittima. L’iniziativa "A destino" prosegue un percorso iniziato tra il 2016 e il 2017, quando alcuni “narratori” hanno fatto ricerche sulle 85 vittime della strage e ne hanno composto le biografie per aiutare i “viaggiatori” che quest’anno, dopo due mesi di laboratori, hanno portato a termine questi viaggi lunghi 42 anni. Stefania ha raccontato l’esperienza vissuta: «Non sapete i pianti che ci siamo fatti al laboratorio… quel giorno sono morti anche dei bambini, la più piccolina aveva tre anni. Aveva letteralmente tutta la vita davanti». Conclude poi con una nota su Roberto: «Mi sono molto affezionata a Roberto.
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Il Gazzettino