Se sono rimaste leggendarie le pagine di Goethe, quando descrive i gondolieri veneziani che vogando nella notte cantavano e si rispondevano tra loro a colpi di strofe del Tasso e...
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Nato a Murano nel 1825, prima di dedicarsi al remo lavorò come commesso in una bottega di rigattiere; un giorno gli capitò fra le mani una copia de La Divina Commedia e sfogliandola rimase colpito dal tredicesimo canto de l'Inferno, dedicato alla selva dei suicidi, popolata da animali demoniaci come le Arpie e le nere cagne che azzannano gli scialacquatori dei propri patrimoni. Fu l'inizio di un amore destinato a durare tutta la vita. Anche una volta divenuto gondoliere, Maschio intraprese lo studio sistematico da autodidatta dell'intero poema dantesco.
Spinto da una passione singolare e da un entusiasmo contagioso, il gondoliere dantista imparò a memoria l'intera Commedia, che si propose di declamare a lume di buon senso, che lo portò (anche attraverso lo studio delle opere minori di Alighieri e nella sua biografia dantesca) a partorire interpretazioni a volte molto originali anche sui concetti e sui luoghi oscuri e di difficile individuazione. Fra le tesi che sostenne, per esempio, quella relativa al sito del Purgatorio, che secondo Antonio Maschio si trovava agli antipodi di Roma e non di Gerusalemme e da identificare col dilettoso monte descritto nell'Inferno; e quella, ancor più singolare, relativa alle sette grotte di Catone (nominate nel Purgatorio), le quali si troverebbero secondo il gondoliere nell'intervallo fra la città del fuoco e le porte del Purgatorio stesso.
Malgrado una certa mancanza di cautela nell'elaborazione delle sue tesi (così come l'assenza di una preparazione sistematica), i suoi commenti rivelarono una chiave di lettura originale e insolita, al punto che studiosi e letterati di tutto rispetto come Nicolò Tommaseo che lo definì gondoliere e piloto del Bucentoro di Dante e Alessandro Manzoni non mancarono di tributargli lodi sincere e ammirazione per l'ingegno e la passione; a questi si aggiunsero poi le buone parole spese da Gino Capponi e Karl Witte (Johann Heinrich Friedrich Karl Witte, il laureato più precoce al mondo nominato dottore in filosofia a 13 anni al punto da essere ancora oggi presente nel Guinness dei Primati, ma soprattutto uno dei più grandi studiosi di Dante Alighieri, fondatore nel 1865 della tedesca Dante-Gesellschaft, che anticipò di oltre vent'anni la nascita dell'analoga Società Dantesca Italiana).
Antonio Maschio ebbe modo di far conoscere le sue conoscenze sul Sommo Poeta con una serie di conferenze, tenute con successo, nelle maggiori città italiane, fra cui la stessa Firenze.
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Il Gazzettino