Risse e violenze tra etnie, preoccupa l'escalation di episodi. Un "fascicolo Friuli" arriva sul tavolo di Piantedosi

Impennata di violenze tra indiani, pakistani e afghani: «Tensioni importate» E le tre comunità crescono da anni

Risse e violenze tra etnie, preoccupa l'escalation di episodi. Un "fascicolo Friuli" arriva sul tavolo di Piantedosi
Esiste un “fascicolo Friuli” sul tavolo del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. È sulla sua scrivania da qualche settimana. Non da poche ore....

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Esiste un “fascicolo Friuli” sul tavolo del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. È sulla sua scrivania da qualche settimana. Non da poche ore. Un’informativa targata Fratelli d’Italia che mette una firma ufficiale a una situazione d’allarme. Il Viminale per ora non si è “intromesso”, garantendo piena fiducia nelle Prefetture e nelle Questure dei capoluoghi, ma è pronto a fornire più forze da schierare contro il cuore del problema: le risse tra cittadini stranieri. Con il focus sulle tensioni importate dall’Asia, in particolare dal “triangolo” India-Pakistan-Afghanistan


ALTA TENSIONE
L’esplosione di violenza in piazza Libertà a Udine è solo l’ultimo episodio. Nemmeno il più grave, se si pensa a quanto successo la scorsa settimana a Prata, con la spedizione punitiva all’interno della comunità sikh pordenonese. Gli episodi si ripetono con cadenza quasi settimanale. Con un’eco anche nel vicino Veneto: a Motta (Tv) l’ultimo episodio con accoltellamento tra indiani. E i protagonisti delle violenze spesso fanno riferimento alle sempre più numerose comunità di cittadini dei tre Paesi citati. Quello che emerge dalle testimonianze di mediatori culturali e volontari dell’accoglienza è un quadro preoccupante. Il Fvg ha di fatto importato situazioni di tensione incancrenite da decenni nel cuore dell’Asia, che si ripetono nei luoghi dell’accoglienza in regione. Qualche esempio? Tra Pakistan e Afghanistan la rivalità è secolare e risale alla fine della dominazione britannica, con i nuovi confini che hanno spezzato in due l’etnia pashtun. «Conflitti - spiega la volontaria Luigina Perosa, in prima linea a Pordenone - che queste persone si portano da casa. Ricordo una scazzottata tra afghani: uno era pashtun, l’altro azero». Basta questo, insomma. Alla fine dell’anno scorso a Udine esplose la violenza in viale Leopardi: protagonisti sempre pakistani e afghani, una fazione contro l’altra. Tra indiani e pakistani, poi, le cose vanno se possibile ancora peggio. Una storia di guerre più o meno guerreggiate da quando - 75 anni fa - se n’è andata la Corona britannica. «Situazioni di tensione che senza integrazione esploderanno anche da noi», è la voce di chi i migranti li segue giorno e notte sul territorio. 


I FATTORI
«Spesso - prosegue l’attivista pordenonese - si tratta di abitudini culturali. “Non c’è nessun problema in una rissa, siamo abituati così, non ci facciamo male”. La spiegazione che danno molte volte è questa». Il problema è che in realtà ci si fa male eccome. A volte gravemente. «Botte da orbi, calci, lanci di bottiglie e accoltellamenti. Non conosce limiti la fantasia delle risorse migratorie che stanno invadendo il nostro territorio - ribatte il forzista Novelli -. Un gruppo di gentili signori provenienti da altre latitudini ha scelto di dare spettacolo in piazza Libertà a Udine. La prossima rissa dove la vogliono organizzare?». 


NUMERI E AVVISAGLIE


L’impennata delle violenze ha anche una base statistica. Comunità rivali in modo atavico che in regione aumentano di peso. I cittadini afghani in Fvg sono 1.190, in aumento dell’11% rispetto all’anno scorso. Più della metà vive a Trieste. La popolazione pakistana è cresciuta in 12 mesi addirittura del 19 per cento (i residenti censiti sono 3.534), con una concentrazione del 35% in provincia di Pordenone. Gli indiani sono 3.005 (crescita annuale del 7%) e il 78 per cento vive nel Friuli Occidentale. La stessa terra in cui - con epicentro in piazza Risorgimento a Pordenone - da anni le risse tra afghani e pakistani dominano la scena. 

 

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Il Gazzettino