Addio a Rino, l'imprenditore visionario: acquistò un aereo per farne una pizzeria (ma l'Usl lo bloccò)

Rino De Marco
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FONTANAFREDDA - È morto giovedì Rino De Marco, primo presidente del Ceolini Calcio. Avrebbe compiuto ieri 85 anni. Era stato tra i promotori di quell'avventura che ha saputo rinnovarsi e trovare negli anni nuova linfa vitale e di cui lui è stato assieme allo scomparso Angelo Rossetti l'anima vera. Ma Rino De Marco rimarrà nella memoria anche per le vicende legate all'aereo che da oltre 40 anni staziona nel suo giardino e che doveva diventare una pizzeria da circa 100 posti. A Ceolini gli anni '70 iniziano con un sogno, quello di avere una propria squadra di Calcio. Adulti e ragazzi si mettono assieme e danno vita materiale a quel sogno con Rino De Marco in prima linea a cominciare dalla costruzione del campo, della recinzione e degli spogliatoi. Oggi il campo di Ceolini è dedicato alla memoria di Angelo Rossetti che condivise con Rino la guida del Ceolini in quegli anni. Rino De Marco presidente, Angelo Rossetti vice per il primo campionato 1972-1973. E in quegli anni le due cariche se le sono alternate. Dopo la prima stagione torna come presidente nel biennio 1975-1977, ricoprendo per vari anni la carica di vicepresidente e rimanendo sempre comunque sino all'ultimo nel direttivo della società.


LA VISIONE
«Era un visionario, una di quelle persone che capisci subito che vedono più in là del tuo orizzonte. E non si accontentava. Infatti vennero ingaggiati vari giocatori importanti dal Pordenone e da altre squadre, come i tre Della Pietra e il Ceolini già al suo esordio in 3. Categoria venne subito promossa». Erano gli anni in cui per sostenere l'attività della squadra a Ceolini fu organizzato anche il Pic Nic. «Per festeggiare aveva chiamato anche nomi importanti, come Orietta Berti». Personaggio vulcanico, pieno di idee, negli anni '80 acquista e trasporta a Ceolini un Caravelle dell'Alitalia, oggi arrugginito. De Marco aveva una passione per gli aerei, e ne comperò uno per realizzarci una pizzeria da 94 posti ma quel progetto rimase nel cassetto perché non ottenne mai l'autorizzazione da parte dell'Usl di allora che non ritenne adatto quell'aereo per un simile utilizzo.


IL SOGNO


«Sì ricordava spesso , ma in un altro luogo ciò era stato possibile». Quando lo incontravi, quel tema ricorreva spesso, fiero di come lo aveva portato a casa «attraversando vari paesi dove dovettero staccare i fili della luce per far passare i mezzi. Avevo speso 25 milioni ma ne spesi il quadruplo per portarlo a casa da Tessera con il camion dopo che era stato smontato e ci dovetti pagare anche le tasse, senza poterlo sfruttare». De Marco poi trovò anche altri interessi in Argentina dove creò una grande azienda agricola. Nato come imprenditore edile, negli anni '80 dà vita alla Ca.Ti, azienda specializzata nella costruzione di sistemi e tecnologie di post-tensione e ancoraggio. Lascia la moglie Amelia, i figli Giorgio e Susy e i nipoti Nicola, Andrea, Fabio e Chiara. La cerimonia funebre sarà celebrata lunedì, alle 15, nella chiesa di Ceolini.

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Il Gazzettino