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FARRA DI SOLIGO (TREVISO) - Le stalle ormai sono al collasso, e gli allevatori si vedono costretti ad abbattere i capi di bestiame. Sfamarli è diventato un lusso, come mantenerli. E se la loro produzione di latte si abbassa, l'unica soluzione è mandarli al macello. Tutta colpa del rincari, dall'energia ai mangimi, che stanno strozzando le aziende costringendole a prendere decisioni estreme. Allevare una vacca da latte non è più remunerativo e, come in altri settori, si continua a produrre ma si lavora in perdita. Ne sa qualcosa Lorenzo Brugnera, presidente della Latteria Soligo, una delle eccellenze trevigiane conosciuta soprattutto per il Soligo Oro, il formaggio che produce dal 1883.
È tutto in pericolo, un intero settore rischia di sparire
I COSTI DEI MANGIMI
I costi sono di fatto raddoppiati. Il mais è passato da 20 euro al quintale a 43-44 euro.
LE SOLUZIONI
Secondo Brugnera le soluzioni a breve termine per frenare l'effetto domino sono principalmente due: calmierare i prezzi dell'energia per la filiera agroalimentare e rendere remunerativo anche in Italia la coltura di mais e mangimi. Poi, quando saranno finite le scorte europee, l'unica alternativa è riprendere in mano il tema degli Ogm «Anche questo è un ragionamento che dovrà essere affrontato» conferma Brugnera, che però non ha alcuna intenzione di mollare: «Dentro di me si sta facendo strada una voce che mi dice di chiudere tutto, ma questo è un lavoro che io, la mia famiglia e i miei collaboratori facciamo da 50 anni e vogliamo continuare a farlo. Siamo innamorati di questo lavoro ma non si può essere innamorati senza soldi perché senza soldi non si va da nessuna parte». Ma a differenza di Brugnera ci sono allevatori che stanno seriamente pensando di lasciar perdere.
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