VAL DI ZOLDO (BELLUNO) - La risorsa idrica. La gestione dei reflui. Il punto interrogativo sulle condizioni meteo del futuro. I rifugisti delle Dolomiti si ritrovano per fare...
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IL RADUNOL'occasione è stato il corso che ogni anno la Fondazione Dolomiti Unesco dedica ai 66 gestori di rifugi che operano all'interno del patrimonio mondiale.
Quest'anno l'incontro si è svolto tra giovedì e venerdì in Val di Zoldo e ha visto la partecipazione della metà dei gestori dell' area cuore delle Dolomiti. L'obiettivo era, ancora una volta, la formazione dei primi ambasciatori dei valori Unesco, ma anche affrontare la discussione sulle problematiche comuni e sulle possibili soluzioni. «Quest'anno il corso, oltre che formare i gestori di rifugio ai valori del Patrimonio in cui operano, ha avuto una declinazione molto operativa spiega Mario Fiorentini, presidente dell'Associazione Gestori Rifugi Alpini del Veneto e gestore del Rifugio Città di Fiume -. Tra le tematiche concrete che abbiamo discusso credo sia particolarmente urgente quella della risorsa idrica, senza la quale non è possibile tenere aperte le nostre strutture. L'altro problema è quello dei reflui la cui gestione, con l'aumento considerevole dei flussi turistici, non può più essere lasciata alla libera distribuzione nell'ambiente ma deve essere il più possibile regolata».
UNITIFare squadra è l'imperativo necessario, perché se già vivere nelle terre alte non è facile, vivere nei rifugi è quasi eroico. «La solidarietà reciproca, tra gestori di rifugio, è fondamentale parole di Duilio Boninsegna, gestore del Rifugio Pradidali -. Ne è un esempio l'incontro di questi giorni in Val di Zoldo. La nostra esperienza tra le Pale di San Martino è molto positiva da questo punto di vista: anche il marketing viene gestito congiuntamente e i risultati si vedono, ma la collaborazione può benissimo avvenire anche tra i gestori di rifugio dell'intero arco dolomitico».
LE BUONE PRATICHEL'inizio del programma non poteva che essere in quota: al rifugio Città di Fiume l'architetto e paesaggista Cesare Micheletti e il geologo Emiliano Oddone, hanno accompagnato i gestori ad apprendere un metodo di lettura del paesaggio dolomitico, per rispondere alla sempre più frequente necessità di dar conto, ai turisti provenienti da tutto il mondo, delle ragioni che hanno portato al riconoscimento Unesco. La seconda giornata è stata interamente dedicata al confronto tra rifugisti, facilitato dalla moderazione di esperti, su quattro tematiche particolarmente sentite: la risorsa acqua, le prenotazioni online, le interazioni fra la rete dei produttori di qualità e la rete dei rifugi e la gestione dei flussi turistici, per il miglioramento dell'ospitalità.
L'UNESCOIn conclusione della due giorni è arrivato anche il presidente della Fondazione Dolomiti Unesco Mario Tonina. «Siete gli ambasciatori del riconoscimento Unesco ha detto ai gestori -, perché vivete nel cuore delle Dolomiti e ne toccate con mano le sfide. Grazie alla vostra attività contribuite a mantenere la montagna abitata. Non abbiamo altra scelta che fare sempre più rete, sia a livello locale che internazionale. Sono infatti qui in vostro ascolto al fine di farmi portavoce delle vostre necessità all'interno del Consiglio di Amministrazione della Fondazione».
Alessia Trentin Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino