Rifugi, beffa dai fondi di confine: «Aiuti ai privati, non al Cai»

Rifugio Dal Piaz
FELTRE - I rifugi a controllo dei flussi di turismo. Sono le prenotazioni in alta quota a dare l'indicazione di chi verrà a visitare il territorio e il Cai di Feltre...

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FELTRE - I rifugi a controllo dei flussi di turismo. Sono le prenotazioni in alta quota a dare l'indicazione di chi verrà a visitare il territorio e il Cai di Feltre sottolinea questo modello di raccolta dati per sensibilizzare una stretta collaborazione turistica fra queste strutture e gli operatori di fondo valle. «In attesa dell'assegnazione della gestione del Rifugio Dal Piaz sulle Vette Feltrine - spiega il presidente del Cai feltrino, Angelo Ennio De Simoi - stiamo seguendo le prenotazioni proprio su questo rifugio. Siamo quasi a cento e ne arrivano ogni giorno. Sono solo due le richieste che arrivano dall'Italia le altre giungono da Australia, Corea, Canada, Stati Uniti, Spagna, Norvegia e Germania». Questo da un'indicazione precisa secondo il presidente: «Chi vuole fare l'Alta via 2 delle Dolomiti prima prenota i rifugi e poi sceglie dove dormire a Feltre o Bressanone, questo però lo chiede a noi. Un gruppo di canadesi, che percorrerà l'Alta via al contrario, ci ha chiesto informazioni su dove andare a dormire prima di iniziare l'avventura sulle Dolomiti. I rifugi catturano queste informazioni e diventano la punta dell'iceberg di una potenziale promozione del territorio». Il Cai di Feltre è comunque sempre al lavoro e lunedì il direttivo si è incontrato per discutere sulla nuova gestione del Dal Piaz e sugli investimenti da destinare alla struttura.


LA GESTIONE

Si è chiusa poco tempo fa la possibilità di partecipare alla gestione del rifugio dopo la scelta di Mirco Gorza di non continuare l'attività ai 1993 metri di quota. «Sono state 10 le domande di partecipazione - commenta De Simoi - e sono state analizzate lunedì. Entro giovedì (domani) faremo una prima scrematura e nel fine settimana fisseremo degli incontri online con chi abbiamo scelto nella prima verifica. Ridurremo il numero a due o tre e questi li incontreremo nell'ultima decina di marzo per poi arrivare a una scelta definitiva a fine mese. Questo per avere un nome con ampio vantaggio sull'inizio della stagione». I partecipanti giungono da Feltre, dal Bellunese, ma anche dal Nord Italia e tutti vantano esperienza nella gestione piuttosto che in ambito di ristorazione.


INVESTIMENTI

Il Rifugio Dal Piaz sarà al centro anche di alcuni investimenti da parte del Cai di Feltre. Una cifra di 20mila euro è stata destinata al rinnovo degli elettrodomestici presenti nella struttura. Questi soldi potevano essere ricavati dai Fondi di confine? Alla domanda risponde De Simoi: «Se il bando dei Fondi fosse ben strutturato sì. Purtroppo oltre un milione di euro è destinato alle imprese e il Cai non può partecipare. In un affitto di un locale di solito affitti l'immobile e non il contenuto, il Cai fa un contratto di affitto di azienda e consegna tutto, anche le forchette, al gestore. Una cosa non prevista dal bando. I fondi di confine vanno in aiuto ad alcuni soggetti, ma al prima voce rifugi di montagna non corrisponde a realtà o meglio, aiuta solo quelli privati e ce ne sono. Strutture più simili ad alberghi che a rifugi e che non praticano i prezzi e gli sconti dei rifugi Cai». L'appello arriva spontaneo: «Chi di dovere dovrebbe controllare come sono scritti i bandi, a chi sono dedicati e soprattutto alle varie realtà dei rifugi di montagna, perché un finanziamento a fondo perduto potrebbe salvare una struttura che opera in alta quota». Il riferimento è ai politici che operano in montagna e che forse involontariamente non conoscono la struttura di chi la vive e mette le energie a disposizione del territorio.

 

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Il Gazzettino