Lavanderia18: dove dagli scarti nascono nuovi abiti. Chi è la sarta "sostenibile" che ha scelto di restare

Sandra Dal Pont, Lavanderia18
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FELTRE - «Quest'anno la rivoluzione a cui mi dedicherò è quella del rimanere qui, nel centro storico di Feltre. Impegnandomi a ricercare nuove vie di lavoro, a rispettare la mia esigenza di riutilizzare tutto gli scarti che diventeranno parti di un prodotto nuovo: riprovare a dare nuova vita a pezzi che diventano mezzi per risanare un modo di vivere e lavorare che deve ritornare a rimeritare il nome di rinascita». È un gioco di R quello che la stilista-sarta Sandra Dal Pont propone per il futuro: «Per me stessa, come nuovo ciclo professionale. Ma anche per il prossimo e per l'ambiente». Di questi tempi, bui, avrebbe potuto mollare tutto e andarsene in lidi più favorevoli, come ad esempio Milano, patria italiana della moda. E invece no. La 48enne ha deciso di restare in quella Cittadella dove oltre a lavorare ci vive pure. Un binomio casa-bottega che spera continui a proporle un buon stile di vita.


LA STORIA
Nato nell'ex lavanderia di casa al civico 18 di via Mezzaterra, in pieno centro storico, Lavanderia18 è il progetto di Sandra Dal Pont: l'intento è quello di produrre con le proprie mani e dalle proprie idee capi unici o in edizione limitata. Nata a Ginevra da una famiglia eterogenea, madre sudamericana e padre italiano, Sandra trascorre parte della sua infanzia vivendo in giro per il mondo: dalla Svizzera al Marocco, dal Venezuela all'Austria. Appassionata di arti visive, in particolare cinema e fotografia, ha sempre amato anche disegnare e dipingere. Si avvicina al mondo della moda quasi per gioco. Perciò nel 2006, dopo corsi di stilismo e modellismo e un'importante esperienza alla Replay Blue Jeans, fonda il suo brand di abbigliamento artigianale in edizione limitata. La linea esordisce a Parigi, nell'ottobre del 2007, alla fiera Area per stilisti indipendenti con una collezione di dieci capi rigorosamente neri. «Ho scelto qualità, ricerca e creatività a discapito della quantità - sottolinea Dal Pont - Ho preferito l'individuo, con rispetto e ironia, alla massa».


LA FILOSOFIA
Lontana dalle logiche del grande mercato, Lavanderia18 produce slow, con tempi e modi tutti suoi, capi da indossare quotidianamente in modo libero e personale. «Credo - afferma Dal Pont - che l'abito sia prima di tutto un'esigenza e come tale deve seguire alcune regole. In questo margine metto la mia creatività e creo qualcosa che rappresenti lo stile Lavanderia18». I modelli nascono quindi da un processo riflessivo che mette al centro la persona che dovrà indossarli e attorno a questo nucleo prendono forma maniche a kimono, ampie tasche, gonne a pieghe, maglie a cerchio, pantaloni morbidi, colli a punta. Ma dal sogno alla vita reale, c'è di mezzo il mare. E anche la stilista-sarta della Cittadella si è ritrovata a dover far fronte alle emergenze di questi tempi: da quella sanitaria a quella del "caro bollette". Ma l'obiettivo è chiaro: tener duro e non mollare.


I PROPOSITI


«Poter lavorare - sottolinea - è importante. Ma farlo con coerenza verso se stessi e gli altri lo è ancora di più. Si sono appena conclusi 10 anni di attività qui in centro storico, segnati da diverse emergenze sanitarie, energetiche e ambientali; sono stati anche i più frenetici perché fare di più è stata la soluzione che ho adottato. Ma oggi mi fermo e calibro i valori delle cose e riscopro che tempo e passione sono più importanti di altro e che il rispetto e il risparmio sono chiavi per cambiare, che la cura di sé, delle cose è futuro e speranza. E proprio la cura sarà il tema di una mostra che si terrà a metà maggio a Milano dove questi concetti, comuni con altre professioniste amiche, prenderanno vita intorno alle mie creature, manufatti antropomorfi e zoomorfi fatti di tessuti, i più piccoli scarti delle mie lavorazioni. Perché nulla va sprecato ma salvato».

 

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Il Gazzettino