CASTELFRANCO - I cervelli non sono in fuga per definizione. A volte tornano anche dopo aver lavorato per 10 anni tra la Germania e il Canada, con un passaggio nei laboratori...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
LA SVOLTA
Non c'era solo la nostalgia di casa. L'anno scorso Costa aveva sottoposto la sua idea su come creare materiali per la fotosintesi artificiale al progetto Marie Curie, pensato per ampliare le possibilità di ricerca in Europa. Qui è arrivato a un passo dal finanziamento. È stata la classica sliding door che cambia la vita. Perché l'Università degli studi di Padova, si è fatta avanti per finanziare i lavori che avevano ottenuto punteggi altissimi nel contesto del programma Marie Curie. Compreso quello firmato da Costa. Per QuantaCOF - questo l'acronimo del progetto - sono stati stanziati 100mila euro. Adesso la coppia riparte da Padova. «È un sogno poter finalmente fare ricerca nel proprio paese - sottolinea il 35enne - l'Università di Padova ha fatto un ottimo lavoro decidendo di selezionare i progetti arrivati a un passo dal finanziamento del Marie Curie. In questo modo si aprono le porte alle ricerche che altrimenti verrebbero portate avanti nel resto del mondo». Sua moglie, Deborah Sandrin, sarà al suo fianco. Stavolta la borsa di studio non è condivisa. «Vedremo che possibilità si apriranno», spiega. Di certo a nessuno dei due manca il talento per la chimica. Dopo la laurea conseguita a Padova nel 2011, erano trasferiti in Germania per il dottorato di ricerca. Lui a Bochum e lei a Düsseldorf, a 60 chilometri l'uno dall'altra. Nel 2015, inoltre, Paolo Costa ha avuto la possibilità di lavorare per tre mesi nei laboratori della Nasa di Pasadena. I due avevano iniziato a mettere a punto lo studio dedicato alle tecniche di fluorescenza già in Germania, attirando anche le attenzioni dell'accademia Leopoldina. Poi c'è stato il salto in Canada. E adesso quello forse ancora più grande, perché non scontato, che li ha riportati a casa. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino