Riccardo Rossato trova la serie A e torna a casa da avversario

Riccardo Rossato, di Mestre. Nella prossima stagione giocherà in serie A
MESTRE -  L’anno prossimo, al Taliercio, tornerà nella sua Venezia da avversario. Più di terraferma che centro storico a dire la verità: Riccardo...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

MESTRE -  L’anno prossimo, al Taliercio, tornerà nella sua Venezia da avversario. Più di terraferma che centro storico a dire la verità: Riccardo Rossato, infatti, 26enne capitano della neopromossa Scafati, è originario della Gazzera. Il suo percorso è stato molto diverso da quello di tanti giovani che iniziano la loro carriera tra le giovanili della Reyer: lui, infatti, è partito dal basket Leoncino, meritandosi la chiamata della nazionale a 15 anni, per poi andare a giocarsi le sue chance a Casalpusterlengo (società che ha lanciato diversi campioni del futuro: un esempio per tutti la stella Nba Danilo Gallinari). 


LA GAVETTA
Tanta gavetta, per poi approdare a Reggio Calabria (dove era stato soprannominato “il sindaco” per la sua disponibilità verso i tifosi) e infine a Scafati: negli ultimi quattro anni ha conquistato la fiducia della società e del coach, arrivando a conquistarsi i gradi di capitano. L’ultima stagione, pur partendo dalla panchina, è stata quella del grande salto: per i campani è arrivata la promozione in Serie A. Rossato, miglior marcatore della squadra, è stato protagonista assoluto della cavalcata. «È stato un successo inaspettato, è stupendo - racconta Riccardo - sembra una pazzia pensare che l’anno prossimo giocherò contro la Reyer. Farà un certo che anche, per me che sono di casa, tornare da avversario. Ma lo sport è così».
Scafati è ben diversa da Venezia, ma Rossato non ci ha messo molto ad ambientarsi. «All’inizio è stato un po’ difficile, lo ammetto - continua - però questa cittadina di 50mila abitanti ti dà un calore enorme, ora sto davvero bene qui». Il talento di Riccardo è supportato da una “garra” ereditaria. 
Il dna della famiglia Rossato, infatti, deve avere i filamenti in corda, intrecciati come la retina di un canestro. Una passione viscerale, partita da papà Silvestro, colonna del basket locale dalla serie B (dove ha militato con lo Spinea) al campionato Csi (dove a Marghera ha giocato nella squadra arrivata a giocarsi una quindicina di anni fa le finali nazionali), passando per tutte le serie intermedie (gran parte di queste affrontate tra le fila dei Giants). L’amore per la palla a spicchi è arrivato come un passaggio al petto ai due figli: Francesco, che gioca in C gold con il Leoncino, e ovviamente Riccardo. «Eh sì, tutti quelli che hanno giocato contro di lui se lo ricordano per la sua grinta e la sua cattiveria agonistica - sorride Riccardo - sono sicuro che mi abbia trasmesso tanto, in primis la passione e la voglia di vincere. Gli devo molto e mi segue sempre». 


I TROFEI IN MOSTRA


Silvestro (o “Ross”, come lo conoscono tutti nell’ambiente del basket veneziano) ha una macelleria vicino a piazza Mercato a Marghera. Vende carne e bisogna specificarlo perché a guardarla sembra un vero e proprio tempio del basket, completo di canestro a parete e, ovviamente, foto e ritagli di giornale di tutti i successi dei suoi ragazzi. «Per noi la pallacanestro è una questione di sangue - spiega Silvestro -la passione per questo sport ai miei figli. Quand’erano piccoli avevo tappezzato la casa di canestri: nelle loro camere, in soggiorno, persino in bagno. Non mi interessava che sfondassero, volevo solo che amassero questo gioco quanto me». Niente da dire, missione compiuta.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino