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ROVIGO - Giovani. Tanti, tantissimi giovani, si sono stretti un un lungo e doloroso ultimo abbraccio a Riccardo Passarotto, grande campione del pattinaggio polesano che si è spento, ad appena 26 anni, per le lesioni riportate nel tragico incidente che lo ha visto uscire di strada in sella a bordo della propria moto, una Ducati 999 rossa, acquistata da pochi giorni, attorno alle 20.30 di mercoledì sera mentre stava tornando nella sua casa, a Buso, dalla sua compagna Giulia. Una morte prematura e improvvisa che ha segnato profondamente la città e tutto il mondo del pattinaggio, nel quale, fin dalle categorie giovanili, con i colori dello Skating Club Rovigo, ha raccolto successi di ogni tipo: 4 titoli italiani, con 5 titoli europei ed il grande trionfo ai mondiali del 2015 a Taiwan.
Nel 2019 aveva appeso i pattini al chiodo per dedicarsi al bobybuilding, raccogliendo successi anche in questo ambito e diventando istruttore e personal training della “crew” della palestra Firstfit.
«Riccardo – ha poi detto il presidente dello Skating Club Federico Saccardin durante la cerimonia - è stato molte cose: è stato il bambino a cui abbiamo voluto bene, che abbiamo visto crescere, che abbiamo accompagnato nella fase di passaggio dall’adolescenza alla maturità; è stato l’atleta che meglio ha rappresentato il nostro modello di formazione atletica ed umana, è stato l’atleta che ha raggiunto i risultati sportivi più importanti dello Skating Club. Per alcuni è stato un compagno, per altri un competitor, per tutti è stato un esempio, un amico generoso ed affettuoso, sempre pronto a mettersi in gioco». Uno dei titolari della palestra, Alberto Zanirato, invece, lo ha definito «un trascinatore nato», ribadendo la volontà di intitolare a suo nome il club della palestra.
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Il Gazzettino