PORDENONE - Il Tribunale sportivo è stato inflessibile: 4 anni di squalifica e carriera stroncata per una crema che conteneva testosterone regalata da un pesista straniero...
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LA VICENDA
Magris era stato trovato positivo al testosterone a fine 2015. Aveva 22 anni, erano uno studente universitario irreprensibile ed era campione d'Italia tra i colossi dell'alzata, i pesisti che sollevano oltre 105 chili. La Nado Italia - organizzazione antidoping - lo aveva sottoposto a un controllo il 21 novembre. Erano le 5.30 del mattino, quando un medico sportivo suonò il campanello della sua casa di Chions per un prelievo. A dicembre la mazzata: l'atleta era positivo al testosterone. Anche le controanalisi saranno sfavorevoli. Il Tribunale nazionale antidoping lo squalifica per quattro anni. «In questi casi - spiega l'avvocato Piero Cucchisi, che lo ha seguito sin dall'inizio - se sei positivo sei già in torto». Andrà male anche in appello, nonostante il giovane dimostri che all'origine dei guai vi fosse una pomata regalata da un atleta straniero proprio durante le gare a Malta e che Magris usava per lenire i dolori alla spalla. È la Muay Cream, una crema per massaggi thai che si trova in vendita anche su internet.
IL CONTROLLO
«Quando fu controllato - racconta Cucchisi - non ha detto che l'usava. Era sicuro di non essere positivo e di non aver assunto nulla di proibito. Quando l'abbiamo mandata ad analizzare al Centro antidoping di Bergamo, è emerso che conteneva testosterone». Il procedimento sportivo si è chiuso, come succede sempre in questi casi, con uno strascico penale.
IL PROCESSO
Il fascicolo d'indagine per l'ipotizzata assunzione di sostanze dopanti e la ricettazione della crema era stato affidato al sostituto procuratore Monica Carraturo. Il ragazzo era stato perquisito, ma non era emerso nulla che potesse suffragare un rapporto diretto tra l'uso della pomata e le gare di pesistica. Il Pm aveva chiesto l'archiviazione, ma il Gip l'aveva respinta consigliando un supplemento di indagini. Inevitabile l'imputazione coatta. La difesa ha discusso il processo sui soli atti di indagine, con rito abbreviato, e ha incassato l'assoluzione che Magris aveva così tanto inseguito al Tribunale antidoping: assolto perchè il fatto non sussiste. Adesso può ripartire a testa alta. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino