PADOVA - «Ana Alina Ursu, mi sono rovinato per te. Non so proprio se l'incidente di Alina contro S. e suo cugino A. sia stato un complotto per rovinarmi economicamente....
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Ana Alina Urso è in carcere. Il pubblico ministero Benedetto Roberti adesso l'accusa, in complicità con altre persone, di truffa ed estorsione. La giovane straniera, difesa dall'avvocato Giorgio Saccomani, nell'interrogatorio dei giorni scorsi si è avvalsa della facoltà di non rispondere. Gli altri indagati sono due colleghe prostitute di 23 e 24 anni e due connazionali quarantenni, che dicevano di essere poliziotti.
LE MINACCE
Nel cellulare della vittima i carabinieri della Compagnia di Piove di Sacco hanno trovato l'ultimo messaggio che la donna ha inviato all'operaio: «Se non mi dai i soldi che ti ho chiesto faccio venire due sicari dalla Romania per ucciderti». Adesso le indagini proseguono. Perché gli investigatori hanno scoperto che altri due padovani e un bolognese, quasi settantenni, erano finiti nel raggiro delle tre prostitute. Clienti soli, deboli e fragili, vittime da spennare fino all'ultimo euro. E a indebitarsi, come aveva fatto l'operaio suicida. Prima di togliersi la vita il quarantanovenne era andato dai carabinieri di Piove di Sacco per raccontare il suo dramma. Questo è stato trovato scritto nei suoi appunti: «Luciano (uno dei finti poliziotti ndr) mi ha chiamato dicendo che ha un'amica a Padova senza soldi e che devo assolutamente aiutarla. Sono andato davanti alla stazione dei treni di Padova alle 18 e lei aveva il mio numero di telefono che le aveva dato il poliziotto. Mi ha chiamato, ci siamo incontrati, mi ha detto di chiamarsi Laura. Le ho dato 650 euro come voleva il poliziotto».
DAI CARABINIERI
Ed ecco cosa scrive A. il 20 gennaio: «La ragazza Laura (sempre amica di Alina ndr) di ieri sera mi chiama dicendomi che ha perso l'aereo perché è morto suo padre in Spagna e non ha i soldi per partire. Io ho detto che non ho soldi e che non la posso aiutare. Poco dopo il poliziotto Luciano tenta di chiamarmi, ma io non rispondo e con un messaggio mi minaccia di arresto. Alle ore 14 sono andato dai carabinieri di Piove di Sacco a raccontare questa minaccia. Mi hanno detto che sono vittima di un raggiro in cui ho perso oltre 90 mila euro. Però i bonifici bancari erano donazioni per spese mediche, quindi mandati volontariamente da me. Non posso fare una denuncia su queste donazioni. I carabinieri hanno telefonato al poliziotto Cesaro Luciano e questo ha spento il telefono».
INNAMORATO
L'operaio non era riuscito neanche a denunciare Alina e i suoi complici. Fuori della caserma dei carabinieri ha deciso di farla finita. La verità del raggiro è tutta contenuta negli scritti che ha lasciato. A. aveva conosciuto Alina a Padova, sui marciapiedi dell'Arcella, e si era innamorato di lei.
«COME CAMMINI BENE»
Ecco cosa scriveva: «Mamma mia, sono alle soglie dei 50 anni. Vediamo se combino qualcosa. Questa mi piace come cammina. Una p.. una straniera con gli occhi belli. Mi avvicino, come cammini bene le dissi. Lei mi rispose: ce li hai 50 euro? Ero a Padova in centro quel giorno, è successo tutto in un attimo. Il suo nome è Ana Alina Ursu, 28 anni, fatti il 3 dicembre 2017, della Romania di Roman Neant. Io quasi 50, ma ci siamo piaciuti subito. Ci sono foto sul mio cellulare e nella cartella Io & Ana Alina Ursu. Attrazione fatale. Lei ha manifestato subito di essere bisognosa e io non ho saputo dire di no ai suoi bisogni. Subito un iPhone7 da oltre mille euro, il più costoso di tutti e io pago. Poi era in affitto in una stanza, e io pago. Poi aveva una multa in Romania in sospeso, e io pago. Poi mangiare a mie spese, borse, scarpe e profumi. Spendeva 500 euro a settimana con l'iPhone e io pago. Alina aveva una macchina vecchia in Romania, allora io ho dato i soldi ad Alina per comperare un'altra macchina. Che macchina ha comperato Alina?». La lista delle spese è lunghissima. Bonifici bancari, pagamenti surreali e spese. E tutto finisce il 20 gennaio scorso. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino