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TREVISO - Nel capoluogo della Marca scricchiola il progetto di recupero dell'ex caserma Salsa, il fiore all'occhiello della Treviso di domani con il suo grande parco urbano e lo studentato pensati dove adesso ci sono un piazzale d'armi in degrado e palazzine cadenti. E parliamo di un investimento da 6 milioni di euro; a Conegliano vacilla il progetto per realizzare la nuova biblioteca, altri 5 milioni di euro; a Vittorio Veneto sono a rischio i progetti di recupero della caserma dismessa Gotti, dove è stato progettata la nuova sede della Protezione Civile, e di villa Pisani: altri 5 milioni. E questi sono solo alcuni esempi. L'aumento vertiginoso delle materie prime, a cominciare dai carburanti, colpisce il settore dell'edilizia. Tutti cantieri che dovrebbero partire nei prossimi mesi, a causa dei rincari monstre delle materie prime che stanno mettendo in ginocchio le imprese edili e la difficoltà di reperire sul mercato il necessario per avviare i lavori, rischiano concretamente di restare solo sulla carta. L'Ance lo ha detto chiaramente: le imprese sono in sofferenze e non sono nella condizioni di partecipare ai bandi pubblici per assegnare i lavori. La possibilità che vadano deserti per la difficoltà di restare dentro i budget previsti, è più che concreta. E nei comuni la tensione si alza.
LA PROSPETTIVA
Partiamo dai numeri.
I TIMORI
A Treviso il sindaco Mario Conte guarda con preoccupazione a quanto potrà accadere per l'ex caserma Salsa: «I bandi per assegnare i lavori all'ex caserma non li abbiamo ancora pubblicati - dice - ma lo faremo tra qualche mese. Spero che nel frattempo la situazione cambi, che accada qualcosa, altrimenti delle difficoltà ci saranno. Il rischio concreto è che i costi salgano molto oltre il previsto e che i lavori rallentino. Non voglio parlare di blocco del cantiere. Ma di sicuro di rallentamenti molto importanti. E a rischio sono anche la riqualificazione dell'ex Gil, dell'ex Macello e il progetto per le Mura». Tutti i cantieri edili sono nella stessa situazione, anche quelli non finanziati con i fondi del Pnrr ma che subiranno analoghi rallentamenti o blocchi. Però, a differenza degli altri, i cantieri alimentati dal Pnrr hanno una particolarità: sono a scadenza. Una volta ottenuti i fondi, l'opera delle essere finita e rendicontata entro il 2026. Non oltre. L'argomento è stato trattato anche ieri in un convegno a Vicenza con Anci, il ministro Erika Stefani e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Bruno Tabacci: «Sono stati chiari - dice Conte, presente in qualità di presidente regionale Anci - il limite del 2026 non è derogabile o negoziabile. I soldi devono essere spesi e le opere fatte entro quel termine. Altrimenti i fondi vanno restituiti. E Questo aumenta i problemi. Serve l'intervento del Governo, un accordo a livello europeo». Da Conegliano Fabio Chies su allinea: «Noi potremmo avere problemi per la nuova biblioteca, poi con i fondi del Pnrr, un milione e mezzo, dovremmo realizzare delle case popolari. Le ditte dei cantieri in corso stanno già venendo da noi a dirci che ci sono dei problemi legati agli aumenti, ma i comuni non possono farci niente. Possiamo intervenire per aiutare i cittadini, ma non sugli investimenti. Mi preoccupa parecchio anche un altro aspetto: chi ha stipendi normali potrà reggere qualche mese con questi rincari. Poi si rischiano problemi sociali».
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