Treviso. Aumento dei costi delle materie prime e del carburante: a rischio il recupero dell'ex caserma Salsa e delle Mura

Domenica 13 Marzo 2022 di Paolo Calia
Treviso. Aumento dei costi delle materie prime e del carburante: a rischio il recupero dell'ex caserma Salsa e delle Mura

TREVISO - Nel capoluogo della Marca scricchiola il progetto di recupero dell'ex caserma Salsa, il fiore all'occhiello della Treviso di domani con il suo grande parco urbano e lo studentato pensati dove adesso ci sono un piazzale d'armi in degrado e palazzine cadenti. E parliamo di un investimento da 6 milioni di euro; a Conegliano vacilla il progetto per realizzare la nuova biblioteca, altri 5 milioni di euro; a Vittorio Veneto sono a rischio i progetti di recupero della caserma dismessa Gotti, dove è stato progettata la nuova sede della Protezione Civile, e di villa Pisani: altri 5 milioni. E questi sono solo alcuni esempi. L'aumento vertiginoso delle materie prime, a cominciare dai carburanti, colpisce il settore dell'edilizia.

Tutti cantieri che dovrebbero partire nei prossimi mesi, a causa dei rincari monstre delle materie prime che stanno mettendo in ginocchio le imprese edili e la difficoltà di reperire sul mercato il necessario per avviare i lavori, rischiano concretamente di restare solo sulla carta. L'Ance lo ha detto chiaramente: le imprese sono in sofferenze e non sono nella condizioni di partecipare ai bandi pubblici per assegnare i lavori. La possibilità che vadano deserti per la difficoltà di restare dentro i budget previsti, è più che concreta. E nei comuni la tensione si alza.


LA PROSPETTIVA

Partiamo dai numeri. Per la Marca, grazie al bando per la Rigenerazione Urbana, il primo atto concreto collegato al Pnrr, sono stati stanziati circa 40 milioni di euro. Dieci i comuni che hanno presentato progetti, per un totale di 28, da finanziare. L'elenco completo vede: Treviso (4 progetti, per l'ex Salsa chiesti tre finanziamenti diversi per un totale di 6 milioni), Montebelluna (3), Conegliano (1), Castelfranco (3), Preganziol (2), Vedelago (5), Vittorio Veneto (2), Paese (3), Mogliano (2) e Villorba (1). Tutti accontentati. E tutti adesso col fiato sospeso per il timore di dover rinunciare a opere strategiche.


I TIMORI

A Treviso il sindaco Mario Conte guarda con preoccupazione a quanto potrà accadere per l'ex caserma Salsa: «I bandi per assegnare i lavori all'ex caserma non li abbiamo ancora pubblicati - dice - ma lo faremo tra qualche mese. Spero che nel frattempo la situazione cambi, che accada qualcosa, altrimenti delle difficoltà ci saranno. Il rischio concreto è che i costi salgano molto oltre il previsto e che i lavori rallentino. Non voglio parlare di blocco del cantiere. Ma di sicuro di rallentamenti molto importanti. E a rischio sono anche la riqualificazione dell'ex Gil, dell'ex Macello e il progetto per le Mura». Tutti i cantieri edili sono nella stessa situazione, anche quelli non finanziati con i fondi del Pnrr ma che subiranno analoghi rallentamenti o blocchi. Però, a differenza degli altri, i cantieri alimentati dal Pnrr hanno una particolarità: sono a scadenza. Una volta ottenuti i fondi, l'opera delle essere finita e rendicontata entro il 2026. Non oltre. L'argomento è stato trattato anche ieri in un convegno a Vicenza con Anci, il ministro Erika Stefani e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Bruno Tabacci: «Sono stati chiari - dice Conte, presente in qualità di presidente regionale Anci - il limite del 2026 non è derogabile o negoziabile. I soldi devono essere spesi e le opere fatte entro quel termine. Altrimenti i fondi vanno restituiti. E Questo aumenta i problemi. Serve l'intervento del Governo, un accordo a livello europeo». Da Conegliano Fabio Chies su allinea: «Noi potremmo avere problemi per la nuova biblioteca, poi con i fondi del Pnrr, un milione e mezzo, dovremmo realizzare delle case popolari. Le ditte dei cantieri in corso stanno già venendo da noi a dirci che ci sono dei problemi legati agli aumenti, ma i comuni non possono farci niente. Possiamo intervenire per aiutare i cittadini, ma non sugli investimenti. Mi preoccupa parecchio anche un altro aspetto: chi ha stipendi normali potrà reggere qualche mese con questi rincari. Poi si rischiano problemi sociali».

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