Premio Nonino, il Friuli che vede lontano: «Ora continuino i nipoti»

La famiglia Nonino con i premiati
PERCOTO - Emozione nella famiglia, ma anche tra i premiati, quest'anno a Ronchi di Percoto per la consegna del Premio Nonino giunto ai 40 anni. Un premio nato tecnico per...

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PERCOTO - Emozione nella famiglia, ma anche tra i premiati, quest'anno a Ronchi di Percoto per la consegna del Premio Nonino giunto ai 40 anni. Un premio nato tecnico per volontà di Benito e Giannola Nonino con lo scopo di «premiare e far ufficialmente riconoscere gli antichi vitigni autoctoni friulani» in via di estinzione (1 milione di lire in palio per i vignaioli e 500 mila lire per una borsa di studio, nel 1975) e poi, una volta raggiunto l'obiettivo, diventato Premio letterario affinché i valori della cultura contadina restassero ben saldi.




«Quarant'anni non sono un traguardo, sono un primo scalino», ha detto la signora della grappa dal palco segnando la rotta: «Mirare al futuro senza dimenticare il meglio del passato». Lo ha detto con la forza di una grande famiglia, in un Friuli che deve fare i conti anche con la denatalità. Accanto a Giannola e Benito, infatti, c'erano le figlie Cristina, Antonella ed Elisabetta e accanto «gli otto splendidi nipoti», cui la nonna ha dato la consegna: «Dovranno continuare con il rispetto della terra e dei valori che ci hanno portati sin qui».

Ariane Mnouchkine, Premio Nonino 2015, icona del teatro, ha ascoltato, ha assaporato e quando le è toccato subito dopo d'intervenire è stata quasi lapidaria: «È un momento esemplare. Proviamo a viverne molti». Con gli altri premiati - Yves Bonnefoy, Martha Nussbaum, Roberto De Simone - le centinaia di ospiti, dalla presidente della Rai, Anna Maria Tarantola, al vice presidente della Regione, Sergio Bolzonello, dall'assessore regionale alla Cultura, Gianni Torrenti, a moltissimi altri nomi italiani e regionali quella di quest'anno è stata un'edizione nella quale è emersa con forza la sua matrice.



«Un premio nato come atto d'amore per questa terra e per il nostro lavoro», come ha evidenziato Cristina Nonino raccontando l'epopea prima che la cerimonia iniziasse. E s'è respirato anche, forse perché gli stessi premiati vi hanno fatto in diverso modo cenno, la bellezza della «condivisione del sapere, degli stimoli, delle idee» che il Premio offre. «Un'esperienza da vivere sempre - ha aggiunto Cristina Nonino - ma forse ancor di più nei momenti difficili, quando non è bene stare da soli». Alla sua prima al Premio, la presidente della Rai Tarantola è davvero a suo agio e si vede: «Finalmente sono riuscita a esserci - dice - perché 40 anni è una bella tappa e perché questo è un premio eccezionale: coniuga la celebrazione degli antichi valori del territorio, validi ancor oggi, con un respiro nazionale e oltre. Quello che cerchiamo di fare anche noi ogni giorno come servizio pubblico».


Poco più in là l'assessore regionale alla Cultura, Torrenti, è netto nel sostenere che «non c'è attrattività del territorio senza cultura», plaudendo all'iniziativa Nonino capace di «autoalimentarsi grazie alle straordinaria scelta di personaggi compiuta anno dopo anno». L'assessore regionale alle Attività produttive, Bolzonello non lo smentisce: «Non si dà economia se non in un tessuto di cultura profonda». E allora, il Friuli Venezia Giulia ce la farà a uscire dalle secche? «Non v'è dubbio», risponde anche con il conforto del presidente del Frie, Bruno Tellia. Mentre Claudio Sabelli Fioretti racconta dei suoi legami con il Friuli, passa il graphic designer Francesco Messina con Carla Bissi - la cantante Alice - e, interrogato sul Premio, è più breve di un tweet: «È un cannocchiale sul mondo. Ciò che manca al Friuli, di guardare un po’ più fuori da sè». Applauso all'annuncio della avvenuta elezione del presidente della Repubblica. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino