Il vicepresidente della Regione Veneto, Gianluca Forcolin, c’era, ma a conti fatti, visto il risultato dei suoi commenti su Facebook, era meglio che non ci fosse. Il big...
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Il caso della Regione governata da Giovanni Toti è emblematico nel raffronto dei tempi di discussione e votazione dei provvedimenti. L’"azienda zero" ligure darà un'unica governance alle cinque Asl esistenti, che rimangono in vita, ma si svuotano di potere. Soppressa l'Agenzia sanitaria regionale (Ars) a cui subentrerà appunto Alisa. Il nuovo ente opererà sulla base di linee di indirizzo emanate dalla giunta, che ne nominerà il direttore generale e il direttore sanitario, ma nella prima fase sarà guidata da un commissario. Insomma, la fotocopia di quella che era, prima degli emendamenti, l’Azienda Zero veneta.
Quanto a Palazzo Ferro Fini, quella di ieri doveva essere una seduta tranquilla e proficua: il programma prevedeva l’approvazione del primo blocco di articoli, fino al numero 11, per rinviare alla prossima settimana l’accorpamento delle Ulss. Ma qualcosa è andato storto. A partire da Forcolin. Il vice di Zaia, che sui social network è attivissimo, ha pensato bene di postare una foto su Fb dell’aula consiliare nel momento in cui stava parlando il capogruppo del M5s, Simone Scarabel, e molti dei consiglieri di opposizione erano alle prese col telefonino e col computer. A fare che? Secondo Forcolin a perdere tempo. Testuale: «In consiglio ad ascoltare l’ostruzionismo della sinistra sulla riforma sanitaria. Anche oggi al mio posto!!! Qualcun altro sta cazzeggiando a quanto pare». Per poi specificare:«La Moretti sta messaggiando, la Zottis pure».
Il post di Forcolin su Fb non è passato inosservato, a più riprese da parte dell’opposizione è stato fatto notare che mentre la minoranza si è data da fare per apportare serie modifiche alla proposta di legge tanto che l’ostruzionismo è cessato, «un assessore» si lasciava andare in commenti fuori luogo. Tra tutti, è stato Piero Ruzzante, Pd, a lanciare la reprimenda: non è serio - ha detto - fotografare l’aula ed è ancor meno serio attribuire ai consiglieri comportamenti che potrebbero essere non veritieri: «Chi le dice che non stessero prendendo appunti? Quante volte anche lei era impegnato al pc o al telefono?».
E questo è il primo round. Il secondo è stato quando, approvato l’articolo 4 sul direttore generale dell’Azienda Zero, si è iniziato a vagliare l’articolo 5 sul Collegio sindacale dell’istituendo ente. Qui, da Marino Zorzato a Claudio Sinigaglia, è stato un crescendo di richieste di spiegazioni tecniche. Alle quali, però, non poteva essere data risposta perché in aula i tecnici non c’erano. A stigmatizzare l’assenza è stato Massimo Giorgetti, Fi, vicepresidente del consiglio regionale: «I dirigenti, che sono strapagati, dovrebbero essere in aula». E così si è arrivati alla bordata di Nicola Finco. Il quale prima ha "scaricato" Forcolin (che nel frattempo, sentiti gli attacchi, era uscito dall’aula) chiedendo «scusa se qualcuno ha esagerato su Facebook» e poi ha chiesto la sospensione dei lavori: «Finché i dirigenti della giunta, che non c’erano neanche ieri, non verranno in aula, io non vado avanti». E se Mantoan fosse stato impegnato? Replica bipartisan dall’aula: «Poteva mandare uno dei suoi».
Oggi si riprende. Intanto il Pd ha organizzato presidi con volantinaggi davanti agli ospedali. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino