TREVISO - Ha scoperto di avere un tumore mentre era da sola, guardando il referto scaricato sul proprio smartphone. Melanoma maligno, recitava la diagnosi. E a Simona, 44enne...
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SENZA FILTRO «È inaccettabile. La lettura del referto di cancro scaricato sul cellulare senza filtro, senza sostegno, senza contenimento, è inauditamente grave ha messo nero su bianco ci sono dei principi deontologici basilari senza i quali nessun servizio sanitario può definirsi civilizzato. Non è possibile supporre quali siano le risorse intellettuali, psicologiche, fisiche e spirituali dei pazienti. Non possono essere trattati come è capitato a me». Simona aveva consegnato di persona il proprio prelievo istologico il 6 luglio per un sospetto basalioma al braccio. Si era rivolta alla libera professione del Ca' Foncello. Il risultato avrebbe dovuto arrivare nel giro di una settimana. Poi sono serviti 15 giorni. Fino alla diagnosi apparsa sul display del telefonino. «Sapendo che qualsiasi diagnosi di cancro viene comunicata personalmente per le implicazioni psicologiche delicate che ne derivano, ho aperto il referto sorseggiando la tazza del caffè del mattino ricorda e ho letto la diagnosi di melanoma maligno. Tra l'altro era sabato. Non ho potuto parlare con nessun medico del reparto. Sono stata costretta ad aspettare fino a lunedì per un confronto diretto».
LIBERA PROFESSIONE Com'è potuto accadere? Il punto è che la signora è andata a pagamento. «Ci dispiace. Ma l'esame è stato fatto in libera professione. Esce da quello che fa l'Usl attraverso l'Anatomia patologica spiega Francesco Benazzi, direttore generale dell'Usl 2 in libera professione, come previsto dalla legge, c'è la possibilità di scaricare i referti online: la risposta è diretta. Questi non vengono vagliati. Solo quelli che facciamo a livello istituzionale vengono valutati in base all'esito per poi chiamare le persone in modo da avere un confronto diretto».
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Il Gazzettino