Niente referendum sui voucher, salta l'election day di Zaia e Maroni

Luca Zaia e Roberto Maroni
Sfuma la consultazione popolare su voucher e appalti? Allora svapora anche l’election day per accorparvi il referendum sull’autonomia di Veneto e Lombardia. Per una...

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Sfuma la consultazione popolare su voucher e appalti? Allora svapora anche l’election day per accorparvi il referendum sull’autonomia di Veneto e Lombardia. Per una singolare coincidenza, ieri l’incontro per definire i margini della fattibilità di un solo giorno per due voti, ripetutamente chiesto dai governatori Luca Zaia e Roberto Maroni fin dal luglio scorso, si è tenuto appena due ore dopo che il Consiglio dei ministri aveva disinnescato la mina Cgil, approvando il decreto che sopprime i buoni lavoro e ripristina la responsabilità solidale del committente con l’appaltatore. Inoltre sembra svanire anche la possibilità dell’unificazione con le elezioni amministrative: il risparmio non sarebbe tale da giustificare una leggina dedicata. 


Per quanto riguarda il Veneto, dunque, la norma approvata giusto un mese fa pare proprio destinata a trovare piena applicazione: la dotazione finanziaria di 14 milioni di euro servirà alla Regione per fare da sé. Lo stesso dovrebbe valere per la Lombardia, dove la spesa stimata è di 20 milioni. Per capire se e come evitare questi esborsi, era stato convocato a Roma un tavolo, attorno a cui alle 14.30 si sono seduti l’assessore Federico Caner e i dirigenti Maurizio Gasparin e Marco Paolo Mantile per il Veneto, due tecnici per la Lombardia, il ministro Enrico Costa, il sottosegretario Gianclaudio Bressa e quattro funzionari per il ministero degli Affari Regionali. Ma alle 12.47 a Palazzo Chigi era terminata la seduta con cui l’esecutivo aveva ormai eliminato l’oggetto del referendum su voucher e appalti. «A quel punto – commenta Caner – i presupposti per l’election day sono venuti meno. I rappresentanti del governo erano visibilmente imbarazzati, in quanto la riunione risultava decisamente depotenziata, ma così è andata. Ci siamo comunque confrontati lo stesso sul tema dell’election day. Da parte nostra abbiamo ribadito la necessità di regolare questa opportunità, per evitare in futuro di pagare nuovamente due volte quello che potrebbe essere concentrato in una sola giornata, definendo ad esempio i protocolli di collaborazione con le prefetture». 
Costa ha proposto alle due Regioni un ragionamento sulle Comunali, che potrebbero tenersi a giugno, per verificare la possibilità di agganciarle al voto sull’autonomia, sempre però che venga approvato un decreto che regoli la composizione dei seggi, dato che il referendum prevedrebbe uno scrutatore in più delle amministrative. «Ma per quanto ci riguarda non siamo molto interessati – sottolinea l’assessore Caner – in quanto in Veneto andranno alle urne solo 88 municipi su 575. Il risparmio sarebbe solo di un milione, non ne vale la pena».


La palla torna così a Veneto e Lombardia, che a questo punto dovranno fissare le rispettive consultazioni per proprio conto. Zaia non avrebbe ancora perso la speranza di celebrare il referendum prima dell’estate, anche se molti tra i suoi guardano ormai ad ottobre. E a proposito di punti di vista, il ministro Costa si dice comunque soddisfatto: «È stato un incontro molto proficuo. Al di là delle tematiche specifiche dell’election day, abbiamo approfondito tanti temi che toccano i rapporti tra amministrazioni regionali e governo proprio riguardo ai referendum regionali». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino