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MONSELICE - Conosce tutti gli stratagemmi necessari per aggirare le leggi e percepire sovvenzioni pubbliche senza averne titolo. Un giovane marocchino, pregiudicato per reati legati agli stupefacenti e con due procedimenti penali in corso (per tentata estorsione e resistenza a pubblico ufficiale) rischia ora di finire sotto processo con l’accusa di aver violato il decreto legge n. 4 del 2019, quello che disciplina l’erogazione del reddito di cittadinanza. Il sostituto procuratore Marco Brusegan ha concluso le indagini a carico di Youssef Bouzar, 24 anni, regolare nel nostro Paese, ma sprovvisto di un’occupazione stabile. Trascorsi i termini per il deposito degli atti, scatterà inesorabilmente la richiesta di rinvio a giudizio.
LA VICENDA
La vicenda risale al 15 gennaio scorso. É la data in cui i carabinieri di Monselice effettuano una perquisizione domiciliare a carico del 24enne. Qualche giorno prima hanno raccolto la testimonianza di un cliente di Bouzar. Sarebbe stato il giovane marocchino a cedergli la dose di stupefacente. I militari lo raggiungono al suo domicilio, dove sta scontando agli arresti una pena definitiva. La perquisizione coglie nel segno perché i carabinieri gli sequestrano un modico quantitativo di droga.
Ma è analizzando i documenti personali che gli investigatori dell’Arma scoprono il raggiro. Bouzar vive in un’abitazione assieme alla sorella, al cognato e alla madre. Ma non è in quella casa che risulta anagraficamente residente. Sui documenti compare un altro indirizzo, anch’esso di Monselice. É una casa in cui non viene trovata anima viva.
Bouzar vi avrebbe mantenuto la residenza allo scopo di dimostrare che vive solo, senza l’aiuto di alcun familiare.
I carabinieri segnalano l’anomalia alla Procura. E tocca agli uomini della Guardia di finanza fare i conti in tasca a Youssef Bouzar. Viene verificato che tra il maggio 2020 e il marzo di quest’anno, quando l’erogazione del sussidio è stata bloccata, il 24enne marocchino avrebbe percepito il reddito di cittadinanza, per complessivi 1.639 euro. Un sussidio erogato - secondo la pubblica accusa - senza averne alcun titolo: la Procura gli contesta infatti di aver mantenuto la residenza in un luogo in cui non abita e di aver attestato, nella richiesta di contributo, una diversa composizione del suo nucleo familiare. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino