TREVISO - La giunta del sindaco Manildo ha annunciato ieri l'istituzione di un registro in cui raccogliere il testamento biologico dei cittadini. Cioè le dichiarazioni dei...
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Assessore Cabino, il registro comunale di fine vita parte da qui?
«Quello che è capitato a Paolo non ha influenzato la nostra idea, ma al massimo l'ha confermata. Le battaglie per i diritti sono il valore aggiunto delle amministrazioni di centrosinistra».
Era già un obiettivo, quindi.
«Tra le priorità strategiche del mio assessorato ho inserito anche l'istituzione del registro delle direttive anticipate di trattamento sanitario».
Tutti d'accordo in maggioranza?
«Le linee generali del documento unico di programmazione sono state rese note a tutti i componenti della maggioranza già all'inizio di dicembre. E poi si tratta di una cosa che abbiamo chiarito in campagna elettorale».
Come funzionerà?
«Il Comune potrà ricevere e conservare all'interno del registro un documento che attesti le disposizioni in ordine ai trattamenti medici che un cittadino intende o non intende consentire su di sè nel caso in cui si dovesse trovare in una situazione incoscienza permanente o irreversibile».
Ma che valore avrà, dato che il Parlamento non ha ancora timbrato alcuna legge che riconosca la validità del testamento biologico?
«Da un punto di vista legale il Comune non può far molto, ma la conservazione delle dichiarazioni sul fine vita va oltre: ogni cittadino sa che, in caso di necessità, le sue volontà possono essere conoscibili. Il registro costituisce la risposta dell'amministrazione alla libertà di scelta garantita a ogni cittadino dalla nostra Costituzione. L'articolo 32 è chiaro: nessuno può essere obbligato a un trattamento sanitario. Casi come quello di Eluana Englaro non devono più accadere». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino