PORDENONE - Catalin ed Elisa sono stati sfortunati. In tutto e per tutto. Se l'auto sulla quale stavano viaggiando non si fosse cappottata, si sarebbero salvati. Con ogni...
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Dopo essere planata nel canale cementificato, che ha la forma di una grande V, l'auto si è capottata e, complice il peso del motore anteriore, si è incastrata sotto una delle passerelle di cemento realizzate per consentire l'ingresso ai vigneti o alle coltivazioni di kiwi. Perché l'auto sia uscita di strada sarà difficile stabilirlo. A causare lo sbandamento potrebbe essere stata una brusca sterzata, una frenata improvvisa, un momento di distrazione da parte del conducente o un eccesso di velocità. Sono già state escluse, invece, manovre azzardate o responsabilità di terzi.
Catalin ed Elisa si sono ritrovati senza alcuna via di fuga. Le portiere erano completamente bloccate, non c'era spazio per aprirle, sbattevano contro le sponde cementificate, e la pressione esercitata dall'acqua era fortissima. I ragazzi sono morti per annegamento e nulla è valso l'intervento degli amici che li precedevano a bordo di una Fiat Panda. Hanno intuito che era successo qualcosa e sono tornati indietro. Quando hanno trovato la macchina intrappolata nel canale, uno dei giovani ha cercato di calarsi nel canale, ma la forte corrente lo aveva fatto desistere. Anche un poliziotto della Polstrada fuori servizio, che passava per caso, si è fermato e ha cercato di estrarre le vittime. «Ho visto due ragazzi che si sbracciavano e mi sono fermato - ha riferito - Era impossibile intervenire, la corrente era fortissima».
La macchina, recuperata con l'autogrù dei Vigili del fuoco, è sotto sequestro. Una volta esaminate le relazioni della pg della Polstrada, il sostituto procuratore Andrea Del Missier valuterà se disporre accertamenti medico legali o perizie tecniche.
Al.Co. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino