Costringe la donna a consegnare oro e denaro, poi fugge e cambia nome: rapinatore a processo dopo vent'anni

L'assalto assieme a due complici dopo la mezzanotte. Era il 2003. Lo scorzo marzo identificato in aeroporto

Costringe la donna a consegnare oro e denaro, poi fugge e cambia nome: rapinatore a processo dopo vent'anni
FONTANAFREDDA - Vent'anni fa l'agguato a una donna che viveva in una casa isolata di via Mazzini, a Vigonovo. Era in tre. Fecero irruzione, la costrinsero a consegnare ori...

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FONTANAFREDDA - Vent'anni fa l'agguato a una donna che viveva in una casa isolata di via Mazzini, a Vigonovo. Era in tre. Fecero irruzione, la costrinsero a consegnare ori e denaro, poi la fuga. I carabinieri della stazione di Fontanafredda trovarono tracce biologiche che, nei laboratori del Ris di Parma, risultarono compatibili con un certo Gezim Gega, 44 anni, nato a Dushk in Albania. Mai più rintracciato dopo la rapina. L'uomo si era sistemato in Germania, dove utilizzava un altro cognome: Beqiri. Ma non gli è bastato, perché nella banca dati delle forze dell'ordine risultava ricercato anche con quell'alias. E così, lo scorso 24 marzo, quando è atterrato all'aeroporto di Verona con un volo proveniente dalla Germania, il controllo del suo passaporto ha fatto scattare l'alert e ora non potrà sottrarsi alla giustizia italiana.


Il processo

Gega è imputato di rapina in concorso con due persone rimaste ignote, una rapina commessa il 7 marzo 2003 assieme a due complici rimasti sconosciuti. La Procura gli contesta due aggravanti: aver agito assieme ad altre persone travisate e di aver approfittato dell'ora tarda e del fatto che la casa era isolata, anche se la vittima avesse gridato nessuno l'avrebbe sentita. Il procedimento si sarebbe prescritto il 7 marzo di quest'anno, ma ci sono stati diversi atti interruttivi e ora, calcolatrice alla mano, spetterà al giudice e alla stessa difesa comprendere se ci sono ancora i margini per procedere. Gega si è rivolto all'avvocato Alessandro Avanzi di Verona, che al gup Rodolfo Piccin ha chiesto di aggiornare l'udienza preliminare per poter accedere agli atti processuali e valutare eventuali istanze di riti alternativi. Se ne riparla a novembre.

L'assalto

Vent'anni fa gli agguati notturni nei confronti di persone anziane e sole erano piuttosto frequenti. La vittima di Vigonovo, classe 1934, aveva 69 anni. Quella sera guardò la televisione fino a mezzanotte e mezzo, poi andò a dormire. I rapinatori entrarono forzando la serratura della porta d'ingresso. Uno faceva da palo all'esterno, gli altri due aggredirono la donna che dormiva in cucina. La gettarono sul letto coprendola con lenzuolo e coperte per impedirle di scappare. «Zitta e non ti succederà nulla», le avevano intimato. Lei restò immobile, li sentiva aprire armadi e cassetti, poi la costrinsero a consegnare 100 euro, un orologio d'oro, due anelli, il portafoglio e la catenina che portava al collo.

Le indagini

Gli accertamenti dei carabinieri furono molto accurati. Il personale della Sezione rilievi cercò sia impronte che tracce biologiche da inviare nei laboratori dei Ris. Gega, in particolare, per coprirsi il volto e impedire alla vittima di riconoscerlo, sfilò una sciarpa della donna dall'attaccapanni e se la strinse attorno alla bocca e al naso lasciando probabilmente tracce di saliva. Nel 2020 è stato identificato, ma è risultato irreperibile fino allo scorso marzo, quando è tornato in Italia per far visita al fratello.

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Il Gazzettino