OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
FONTANAFREDDA - Vent'anni fa l'agguato a una donna che viveva in una casa isolata di via Mazzini, a Vigonovo. Era in tre. Fecero irruzione, la costrinsero a consegnare ori e denaro, poi la fuga. I carabinieri della stazione di Fontanafredda trovarono tracce biologiche che, nei laboratori del Ris di Parma, risultarono compatibili con un certo Gezim Gega, 44 anni, nato a Dushk in Albania. Mai più rintracciato dopo la rapina. L'uomo si era sistemato in Germania, dove utilizzava un altro cognome: Beqiri. Ma non gli è bastato, perché nella banca dati delle forze dell'ordine risultava ricercato anche con quell'alias. E così, lo scorso 24 marzo, quando è atterrato all'aeroporto di Verona con un volo proveniente dalla Germania, il controllo del suo passaporto ha fatto scattare l'alert e ora non potrà sottrarsi alla giustizia italiana.
Il processo
Gega è imputato di rapina in concorso con due persone rimaste ignote, una rapina commessa il 7 marzo 2003 assieme a due complici rimasti sconosciuti.
L'assalto
Vent'anni fa gli agguati notturni nei confronti di persone anziane e sole erano piuttosto frequenti. La vittima di Vigonovo, classe 1934, aveva 69 anni. Quella sera guardò la televisione fino a mezzanotte e mezzo, poi andò a dormire. I rapinatori entrarono forzando la serratura della porta d'ingresso. Uno faceva da palo all'esterno, gli altri due aggredirono la donna che dormiva in cucina. La gettarono sul letto coprendola con lenzuolo e coperte per impedirle di scappare. «Zitta e non ti succederà nulla», le avevano intimato. Lei restò immobile, li sentiva aprire armadi e cassetti, poi la costrinsero a consegnare 100 euro, un orologio d'oro, due anelli, il portafoglio e la catenina che portava al collo.
Le indagini
Gli accertamenti dei carabinieri furono molto accurati. Il personale della Sezione rilievi cercò sia impronte che tracce biologiche da inviare nei laboratori dei Ris. Gega, in particolare, per coprirsi il volto e impedire alla vittima di riconoscerlo, sfilò una sciarpa della donna dall'attaccapanni e se la strinse attorno alla bocca e al naso lasciando probabilmente tracce di saliva. Nel 2020 è stato identificato, ma è risultato irreperibile fino allo scorso marzo, quando è tornato in Italia per far visita al fratello.
Leggi l'articolo completo suIl Gazzettino