MOGLIANO - Tra le squillo del Terraglio si era già sparsa la voce: «State attente, c'è un uomo che stupra e rapina le prostitute». Il racconto sulle...
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LE DENUNCE
Siamo a fine maggio e il 31enne, dopo aver cercato la sua preda navigando su alcuni siti per incontri a luci rosse, contatta via WhatsApp una bellissima prostituta rumena di circa trent'anni. Si danno appuntamento la sera stessa, a Padernello di Paese. Lei si fa accompagnare dal marito, ma dopo averlo salutato ed esser salita sull'auto del giovane calabrese, si vede puntare alla gola la lama di un taglierino. Non è solo una questione di soldi, di consumare senza pagare. Il 31enne la violenta con brutalità estrema, poi apre lo sportello e la caccia fuori. Lei riesce a malapena a sbirciare il numero di targa, comunicato in sede di denuncia ai militari dell'Arma assieme al modello di veicolo. Pochi giorni fa, il 18 giugno, il secondo caso. La vittima è una prostituta, anche lei rumena, che passeggia ogni sera sul Terraglio, tra Preganziol e Mogliano. A lei il 31enne riserva lo stesso trattamento salvo decidere, al termine dell'amplesso, anche in questo caso violentissimo, di rapinarla. Sotto la minaccia dell'arma bianca si fa consegnare 200 euro. Poi la lascia andare e lei poco dopo incrocia una pattuglia dei carabinieri, a cui chiede aiuto. Sarà la svolta.
LE INDAGINI
I militari della stazione di Mogliano, guidati dal comandante Donato Convertini, dopo aver soccorso la donna, ipotizzano il possibile percorso imboccato dall'auto del 31enne (che sta usando un'altra vettura rispetto a quella di qualche giorno prima) per allontanarsi. E ci vedono giusto. È passato per una zona a traffico limitato, a Preganziol, dove ci sono delle telecamere. E così, tramite la targa, lo incastrano e lo individuano con certezza, ottenendo così un'ordinanza di custodia cautelare. «Voglio sottolineare il coraggio delle ragazze che hanno avuto la forza di denunciare - ha sottolineato il comandante della compagnia di Treviso Stefano Mazzanti - e il lavoro esemplare fatto dai nostri militari». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino