Rapina e terrore in gioielleria, presa anche la complice: è una mamma

Rapina e terrore in gioielleria, presa anche la complice: è una mamma
RESANA - Assieme a un complice, finito subito in manette, il 7 dicembre dello scorso anno, rapinò la gioielleria Rosso di Resana. Ma riuscì a fuggire. Ora il cerchio si è...

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RESANA - Assieme a un complice, finito subito in manette, il 7 dicembre dello scorso anno, rapinò la gioielleria Rosso di Resana. Ma riuscì a fuggire. Ora il cerchio si è chiuso attorno a Laura Provenzi, 32 anni, originaria di Abbiategrasso: l’altra mattina i carabinieri di Castelfranco, coadiuvati dai colleghi del radiomobile di Abbiatagrasso, si sono presentati nella sua abitazione di Besate (nel Milanese) eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare in carcere.




I militari del capitano Salvatore Gibilisco sarebbero arrivati alla donna anche grazie al lavoro svolto dal Ris di Parma sulle impronte lasciate durante l’assalto di Resana che si rivelò subito una trappola per il 56enne Marco Balzaretti, bloccato subito dopo il colpo dagli stessi carabinieri.



Quella mattina i due, fingendosi clienti intenzionati ad un acquisto, puntarono una pistola contro la titolare, la 71enne Antonietta Menegotto, e la commessa 32enne. Le due donne furono strattonate, trascinate per il negozio e sequestrate, legate con del nastro adesivo. La donna costrinse la commessa a raggiungere il retro del negozio, mentre l’uomo terrorizzava l’anziana titolare trattenendola per i capelli, e facendole rivivere l’angoscia di quando, 38 anni prima, un commando di banditi uccise a colpi di pistola il marito Antonio Rosso. Quindi la fuga, da una porta retrostante, con il bottino razziato dalla cassaforte: circa 50mila euro in rotoli d’oro. Lui, come detto, fece poca strada: lo catturarono quasi subito. Ma non fece mai il nome della complice. Per lei le manette sarebbero scattate un paio di mesi dopo.



Nell’abitazione dell’arrestata i carabinieri hanno fatto un’inattesa scoperta. C’erano due fucili, rispettivamente calibro 22 e calibro 9, un caricatore per pistola semiautomatica e una pistola a salve con tappo rosso. Si tratta di armi che, secondo gli inquirenti erano nella disponibilità del suo convivente, un napoletano di 48 anni, che avrebbe affermato di avere trovato le armi in un sacco in una discarica abusiva nei dintorni di Besate: ora si trova agli arresti domiciliari, per poter accudire la figlioletta di 6 anni, rimasta senza madre chiusa in cella. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino