Marghera: madre e figlia in bici tamponate e rapinate. Ecco come è andata

Marghera: madre e figlia in bici tamponate e rapinate
MARGHERA - Si è affacciata alla finestra attirata dalle grida di aiuto di due donne disperate. Ed è stata lei a dare l'allarme alle forze dell'ordine. La...

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MARGHERA - Si è affacciata alla finestra attirata dalle grida di aiuto di due donne disperate. Ed è stata lei a dare l'allarme alle forze dell'ordine. La rapina per strada di fatto è avvenuta di fronte alla sua abitazione, nel primo pomeriggio. E dopo la telefonata al 113 è scesa per prestare prima assistenza a quelle che per lei erano delle mere sconosciute. Madre e figlia in bici, tamponate da un'auto che le ha fatte cadere a terra: bottino, il giaccone che era sul cestino attaccato al manubrio nelle cui tasche c'erano due cellulari, il portafoglio e le chiavi di casa.


Rapina a Marghera: cosa è successo


Siamo in via Colombara a Marghera, giovedì scorso, ore 14.30. D.B. classe 1966 sta pedalando insieme alla figlia quando sente una macchina frenare e in un attimo si ritrova sull'asfalto. Un urto non troppo violento ma sufficiente a farle perdere l'equilibrio e disarcionarla di sella. Nemmeno il tempo di rendersi conto di quanto sta succedendo che si vede di fronte un ragazzo che afferra la sua giacca. Lei seppur dolorante cerca di strappargliela di mano, ne nasce una breve colluttazione che la vede soccombere, mentre il malvivente risale nella vettura condotta da un complice e scappa. Ed è a questo punto che si inserisce la residente che appunto sente le urla della due rapinate e chiama la polizia. Sul posto arriva una Volante e nell'immediato gli agenti ascoltano il racconto di quanto avvenuto dalle parole delle vittime. Queste ultime riferiscono di due giovani, dai venti a trent'anni, forse nordafricani, a bordo di una Golf scura che, dopo l'aggressione, è sparita a tutta velocità in direzione Oriago. E alla classica domanda se avessero visto o meno il numero di targa, la 56enne avrebbe risposto che non hanno potuto memorizzare nulla perché era nascosta forse da un telo. Particolare quest'ultimo che rafforzerebbe l'ipotesi che non si sarebbe trattato di un raid estemporaneo, improvvisato lì per lì, bensì che la coppia di delinquenti era a caccia, in attesa della preda da colpire, certo a caso. Le ricerche in zona scattate subito dopo l'allerta non hanno dato alcun risultato utile. E spunti investigativi non ce ne sarebbero, tolta la testimonianza diretta di madre e figlia. Da quanto si è potuto ricostruire nessuna ha voluto recarsi all'ospedale per farsi medicare le contusioni. Come da prassi sono state quindi invitate a sporgere denuncia. Nella zona che ha fatto da sfondo al cruento episodio non ci sarebbero telecamere o video impianti di sorveglianza.


 

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Il Gazzettino