«Sembrava un pazzo. Continuava ​a darmi calci mentre io ero a terra»

Adriana Cadamuro
SAN DONA' DI PIAVE - «Sembrava un pazzo. Non smetteva di darmi calci mentre io ero a terra». I ricordi di nonna Adriana sono come incubi vissuti in prima...

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SAN DONA' DI PIAVE - «Sembrava un pazzo. Non smetteva di darmi calci mentre io ero a terra». I ricordi di nonna Adriana sono come incubi vissuti in prima persona. Ottantatrè anni, Adriana Cadamuro è stesa nel letto della casa di cura Rizzola, dov'è stata trasferita dopo il primo ricovero al nosocomio cittadino dov'era stata portata per le prime cure: tremante di paura per quei ricordi indelebili, mostra le conseguenze dell'aggressione subita, con ematomi ad un polso, all'anca, alla schiena. Le conseguenze dei calci ricevuti dal malvivente che l'ha aggredita in casa nel primo pomeriggio di domenica (lo scopo era di derubarla dei valori che pensava lei tenesse in casa) sono evidenti, anche se la parte che più preoccupa è il terrore che porterà per sempre con sé. «Meno male che la schiena non si è rotta» dice ancora tirando un sospiro di sollievo.


L'anziana vive da sola al piano terra di una casetta di via Petrarca. Un raid freddo e spietato. Qualcuno suona alla porta, lei fa per aprire e riceve uno spintone da uno che poi la riempie di calci e se ne va solo dopo avere controllato in giro se c'era qualcosa da portare via e con lei che continuava ad urlare...
 
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Il Gazzettino