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PONTE NELLE ALPI - C’è un terzo bandito nella banda di “trasfertisti” che venerdì 4 novembre verso le 19 aveva fatto irruzione nel negozio di alimentari di Franco Ardivel in viale Dolomiti 14 a Ponte nelle Alpi. Ne sono convinti gli inquirenti della Squadra mobile della questura di Belluno coordinati dalla Procura. Il terzo uomo sarebbe “il palo” che aspettava in fondo a via Garibaldi, la laterale di viale Dolomiti, con il motore dell’auto acceso e pronto a sgommare per la fuga dopo il colpo.
I RISCONTRI
Le immagini immortalate dalle telecamere di sorvglianza installate dal Comune e da quelle di alcuni negozi che si affacciano lungo viale Dolomiti nelle vicinanze dell’alimentari rapinato, avrebbero permesso di individuare anche una terza persona in azione anche se con ruolo marginale, quella sera.
LE ARMI
Il coltello usato dal malvivente per ferire Ardivel è poi stato trovato non distante dal negozio, abbandonato dal rapinatore, mentre la pistola usata dal suo complice per intimidire l’amico di Ardivel, Giorgio Rova che era entrato nel negozio per aiutarlo, non è mai stata trovata. Non è ancora stabilito se si trattasse di un’arma vera o di una pistola giocattolo cui sarebbe stato tolto il tappino rosso. Giorgio Rova, ex carabiniere, assicura di aver sentito il freddo della canna di metallo appoggiato sulla sua fronte e ancor più il calcio dell’arma sul mento dopo il colpo che gli ha sferrato il bandito. «Ero sicuro che mi avrebbe sparato», ha detto poi Giorgio Rova agli inquirenti. In commercio esistono comunque repliche perfette di pistole vere, di metallo e senza tappino rosso. Hanno un costo e forse è questo il motivo per cui chi l’ha impugnata quella sera non se n’è privato.
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Il Gazzettino