Vedelago. Finge di essere stata rapita dai pirati e ruba 30mila euro ad un ufficiale

Finge di essere stata rapita dai pirati e ruba 30mila euro ad un ufficiale
VEDELAGO (TREVISO) - «Aiuto, sono stata rapita da un gruppo di pirati: se non fai un bonifico di 50mila euro hanno detto che mi uccideranno». È stata...

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VEDELAGO (TREVISO) - «Aiuto, sono stata rapita da un gruppo di pirati: se non fai un bonifico di 50mila euro hanno detto che mi uccideranno». È stata la scusa con cui una 33enne senegalese, Khoudia Sow, compagna di un 69enne padovano, ex ufficiale dell'esercito in pensione, ha tentato di spillargli dei soldi. E non era la prima volta. La donna, finita sotto processo per truffa e tentata truffa e difesa dall'avvocato Luca Dorella, è stata condannata ieri, 17 ottobre, dal tribunale di Treviso a dieci mesi di reclusione e al pagamento di 4mila euro provvisionale nei confronti della vittima, costituitasi parte civile.

La chiamata

I fatti risalgono al 6 novembre 2015, quando l'uomo ha ricevuto la telefonata di quella che al tempo era la donna con cui aveva instaurato un rapporto intimo da più di cinque anni. Lei aveva detto di trovarsi a Tenerife per una breve vacanza, e proprio dall'isola delle Canarie diceva di essere stata rapita da un gruppo di pirati africani che pretendevano un riscatto per liberarla. In realtà si trattava di uno dei tanti trucchi messi a segno nel corso del tempo dalla 32enne. La donna infatti non si trovava in Africa e ovviamente non era neppure caduta in mano a un banda di predoni del mare, me se ne stava comodamente nella sua casa di Vedelago. Furono i carabinieri, allertati dall'ex ufficiale dell'esercito, a svolgere le indagini che permisero di realizzare che la cella telefonica da cui aveva chiamato la donna era in Italia, portando così alla l'imbroglio.

Il rapporto

Il pensionato e la giovane si erano conosciuti nel 2010 in un sito di incontri per adulti. Dopo essersi frequentati per qualche tempo, tra loro il rapporto è diventato più stretto. A spiegarlo in aula era stata la stessa vittima. «Quando ci vedevamo a casa mia è capitato che finissimo per avere dei rapporti, ma la relazione con tempo era diventata come quella che c'è tra un padre e una figlia». Approfittando di quell'intimità, la 32enne ha però iniziato a chiedere soldi per le sue necessità. Richieste che l'uomo asseconda. Tutto si incrina però a luglio 2015, quando arriva il primo tentativo di raggiro: la donna diceva di aver bisogno di 30mila euro per ottenere il visto per entrare negli Stati Uniti dove alcuni familiari avevano bisogno di cure mediche. Doveva essere un prestito, tanto che la donna a garanzia firmò un assegno di pari importo, risultato poi scoperto.

La bugia

Nemmeno quattro mesi dopo la 32enne ci ha riprovato, stavolta via telefono fingendo di essere vittima di un sequestro a Tenerife. Sale ancora l'importo: 50mila euro per tornare in libertà. Il pensionato, spaventato da quella telefonata in cui la voce della donna sembrava affaticata e impaurita, invece di inviare il bonifico ha chiesto aiuto ai carabinieri ,sporgendo denuncia per quel rapimento. I militari, analizzando le celle telefoniche che il cellulare aveva agganciato durante la chiamata, hanno ben presto smascherato il tentativo di raggiro facendo scattare una denuncia a piede libero per truffa e mettendo l'ex ufficiale dell'esercito di fronte a una realtà a cui stentava a credere.

 

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Il Gazzettino