PADOVA - Una promettente carriera di rugbista che rischia di essere rovinata dai compagni di squadra "bulli". Arrivato in quello che è considerato uno dei...
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Una decisione presa di concerto con i genitori, che hanno poi scritto una lettera alle famiglie dei compagni di squadra del ragazzo e alla società di provenienza, il Cus Padova.«Ho pensato fosse mio dovere girare prontamente la lettera del genitore alla federazione - spiega Roberto Zanovello, presidente del sodalizio cussino - Come presidente, educatore, rugbista, penso sia giusto porre la questione a chi gestisce le accademie, chiedendo una verifica e un intervento».
Le accademie zonali sono il primo centro di avviamento al rugby di alto livello programmati dalla Fir. Qui i ragazzi si ritrovano durante la settimana, studiano e si allenano tutti assieme, prima di tornare a casa per il fine settimana. Un momento di vita assieme che a diciassette-diciotto anni può essere anche un momento di crescita e di divertimento, ma che in certe situazioni potrebbero anche portare a brutte avventure, con ragazzi più grandi, o che semplicemente si sentono più maturi, che si approfittano di altri magari appena arrivati.«Il ragazzo si è sentito deluso e amareggiato - continua Zanovello - Si è impegnato molto per arrivare a questi livelli e adesso pensa addirittura di lasciare il rugby. Nel nostro sport il compagno è fondamentale, è il sostegno indispensabile per andare sempre avanti. Se sorgono dubbi su chi ci è accanto è difficile, quasi impossibile, continuare a giocare».
La decisione del ragazzo e della famiglia è maturata in questi giorni. Ora il giovane è già tornato a Padova, a studiare nella sua vecchia scuola, ma la vicenda sicuramente avrà ulteriori sviluppi. La federazione non ha ancora risposto alla comunicazione del Cus sul merito della vicenda. «Non è questo il momento di fare polemica - spiega ancora Zanovello - Credo però che anche se si trattasse di un fatto raro, isolato, unico, comunque meriti un'accurata riflessione e una approfondita indagine. Il nostro sport dà grande risalto ai valori, che sono ancora convinto non manchino, ma un evento del genere è un brutto colpo per tutto il movimento. Sicuramente sono stati fatti degli errori e qualcuno dovrà assumersene la responsabilità».La questione secondo Zanovello riguarda il ruolo dei tecnici a livello giovanile ad alto livello. «L'Accademia deve formare i ragazzi, ma non solo sul piano tecnico. Bisogna accompagnarli nella crescita, sono giovani e giovanissimi. Le persone cui sono affidati dalle società e dalle famiglie devono essere attrezzati e preparati anche come educatori». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino