Diciassettenne fermato al rientro da una festa, chiesta l'archiviazione per i 4 poliziotti accusati del pestaggio

La questura di Padova
PADOVA - Diciassettenne denuncia i poliziotti di averlo malmenato durante un controllo: il pubblico ministero Roberto D’Angelo ha fatto richiesta di archiviazione al...

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PADOVA - Diciassettenne denuncia i poliziotti di averlo malmenato durante un controllo: il pubblico ministero Roberto D’Angelo ha fatto richiesta di archiviazione al Gip. Gli avvocati della famiglia del giovane, però, Cristina Bissacco e Pier Paolo Casale, depositeranno entro venti giorni l’opposizione, affinchè il giudice per le indagini preliminari, oltre a visionare il fascicolo, possa valutare anche le motivazioni di parte. Nel frattempo, l’associazione di Ilaria Cucchi, a memoria del fratello Stefano, ha dato riscontro della lettera ricevuta dalla nonna del 17enne e sta concordando con la famiglia del ragazzo un incontro per discutere del caso. «Capisco bene che l’episodio non sia certo paragonabile a quello che è successo alla famiglia Cucchi, ma visto che l’associazione si occupa di diritti e in particolare del rapporto tra cittadini e forze dell’ordine ho pensato di chiedere a loro qualche suggerimento per capire come muoverci ed evitare di disperdere energie» aveva spiegato all’indomani la nonna del ragazzo.

Il dibattito

E dopo la presa di posizione del questore Antonio Sbordone, che ieri ha assicurato che «le verifiche interne circa eventuali abusi e condotte non conformi alle leggi e regolamenti nel caso in argomento, hanno dato esito negativo», interviene il sindacato Fsp. A parlare è il segretario generale Valter Mazzetti. «A Padova si gioca con la vita di professionisti che lavorano fedelmente per la sicurezza di tutti, e lo si fa con una leggerezza agghiacciante. I colleghi denunciati a seguito del controllo che ha portato a un procedimento penale nei confronti di un 17enne hanno già subito accuse, giudizi, una delegittimazione gravissima che si è abbattuta su di loro e sull’intera polizia. E le dichiarazioni puntuali del questore dimostrano una volta di più quanto infondato appaia un quadro in cui sembra piuttosto che si punti a criminalizzare gli operatori».

«Questo lavoro - continua - è già di per sé complesso e delicatissimo, e comporta responsabilità che nessuno si assumerebbe alle stesse condizioni in cui lo fanno i poliziotti. Non ci stancheremo mai di ripetere che il rapporto di fiducia che ci lega ai cittadini è tutto, e non è accettabile la superficialità, la brutalità, con cui ci si scaglia troppo spesso contro lavoratori onesti mettendo quella fiducia in discussione, causando danni gravissimi a tutti. Benissimo ha fatto il Questore a paventare la possibilità che agenti e Polizia di Stato attivino ogni possibile azione a difesa della propria onorabilità».

Dello stesso avviso anche il segretario provinciale del Siulp, Marco Graziosi: «Chi ha ragione di lamentare eccessi o abusi da parte delle forze di Polizia dispone di tutti gli strumenti per poterlo fare all’interno dei percorsi che l’ordinamento mette a disposizione. L’aver scelto di farlo formulando gravissimi addebiti in pendenza di un procedimento penale già da tempo avviato non può che rappresentare un inquietante tentativo di sbilanciare il giudizio dell’opinione pubblica. Non siamo sicuramente annoverabili tra quanti ritengono che il lavoro dei poliziotti debba essere posto aprioristicamente al di sopra di ogni sospetto, e non rivendichiamo alcuna forma di immunità. Ma ci opponiamo con fermezza ad ogni tentativo di sostituire al giudizio dei Tribunali più che discutibili invocazioni alla piazza».

La vicenda

L’episodio è avvenuto il 16 dicembre scorso. Nella querela presentata dalla famiglia del giovane si legge che il giovane ha dichiarato di aver visto, mentre tornava a casa dopo una cena di compleanno poco distante, un’auto che gli ha tagliato la strada e due uomini che l’hanno buttato a terra, cercando di frugare nelle sue tasche. Il 17enne padovano ha così pensato di essere vittima di due rapinatori e si è divincolato. Momenti di paura, per il ragazzo, che si è trasformata in sconcerto quando si è reso conto che si trattava di poliziotti. Lui, che poi è stato sottoposto alle cure del pronto soccorso da cui è stato dimesso con 5 giorni di prognosi, trasformatisi poi in sette, è stato denunciato per resistenza e violenza a pubblico ufficiale. Ma la sua famiglia ha deciso che non avrebbe lasciato correre e ha sporto querela nei confronti dei poliziotti per lesioni aggravate, abuso d’ufficio e calunnia. Il procedimento al tribunale dei minori, intanto, sta procedendo.

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Il Gazzettino