Ragazzino punge l'amico con la siringa: il "gioco" scatena il panico in patronato

foto di repertorio
ESTE - Ragazzino punto da una siringa mentre gioca con gli amici in patronato. È successo sabato pomeriggio a Este, nel campetto del Santissimo Redentore di viale Fiume....

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ESTE - Ragazzino punto da una siringa mentre gioca con gli amici in patronato. È successo sabato pomeriggio a Este, nel campetto del Santissimo Redentore di viale Fiume. Domenica il passaparola sui social network ha scatenato la preoccupazione di decine di genitori, spaventati all'idea che il patronato non sia quell'ambiente protetto a cui affidare i propri figli. Ma le cose stanno diversamente: la siringa, infatti, non era contaminata, anzi era stata gettata insieme ad altre due nel cestino accanto al campetto, ancora avvolta nel cellophane protettivo.


Una presenza insolita che ha attirato l'attenzione di uno dei ragazzini di 12-13 anni che quasi tutti i pomeriggi si danno appuntamento in patronato per giocare a pallone. Vedendo le tre siringhe, il ragazzino ha allungato la mano nella spazzatura e ne ha afferrata una. Dopo averla sfilata dalla confezione ha pensato di usarla come pistola ad acqua per fare uno scherzo ai compagni. Così l'ha riempita per poi rincorrere i coetanei pigiando lo stantuffo in modo da fare uscire zampilli d'acqua. Ma quello che nelle sue intenzioni avrebbe dovuto essere un gioco innocuo ha preso una piega pericolosa. Durante la corsa, infatti, l'ago si è conficcato nella spalla di un compagno. E a quel punto erano circa le 18.30 è scattato il dramma. Il gruppetto di adolescenti si è precipitato infatti all'interno del bar del patronato, chiedendo aiuto a chi era di turno dietro al bancone. Il barista, vedendo il ragazzo ferito e la siringa stretta nelle mani dell'amico, ha avvisato subito sia i carabinieri, sia il Suem, temendo che l'ago potesse essere contaminato. Complice anche il fatto che l'ideatore del pericoloso gioco, in preda all'agitazione per la sorte del compagno, non ha raccontato subito come erano andate le cose. «Lo abbiamo scoperto dopo, parlandone con calma spiega don Michele Majoni, direttore del patronato nel frattempo sia lui, sia l'amico ferito sono stati portati al pronto soccorso per la profilassi. Le analisi fatte sulla siringa confermano che non era contaminata, scongiurando la falsa ipotesi rimbalzata sui social che l'ago potesse appartenere a qualche tossicodipendente». «Per fortuna non abbiamo problemi di questo tipo. Resta però il fatto che quelle siringhe non avrebbero dovuto essere dentro il cestino, che era stato svuotato il giorno prima, di sabato invece nessuno provvede» ha concluso don Majoni.
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Il Gazzettino