ROVIGO - Mentre con il coronavirus la vita non era più come prima, anche dal carcere la solidarietà ha mostrato che si può essere vicini sempre....
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Con intelligenza e cuore grande, il Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria, stimolato dalla sensibilità di alcuni detenuti e in collaborazione con il Banco Alimentare nazionale, ha condiviso un'iniziativa che dalla casa di reclusione di Bollate e dalla casa circondariale di Taranto ha coinvolto successivamente tutte le carceri italiane e le sedi dei Banchi alimentari regionali.
IL SOSTEGNO
A Rovigo la condivisione della direttrice Romina Taiani, la collaborazione degli operatori penitenziari e la fattiva partecipazione dei detenuti, hanno permesso di raccogliere oltre 58 chilogrammi di derrate alimentari da destinare alle famiglie più bisognose, tramite il cosiddetto sopravvitto. L'Ordinamento penitenziario, infatti, consente ai detenuti di acquistare, a proprie spese, generi alimentari e di conforto (entro limiti stabiliti) attraverso l'amministrazione carceraria o da imprese che ne esercitano la vendita a prezzi controllati. Dunque, anche con il sopravvitto al quale i detenuti possono destinare una parte della loro spesa settimanale, a Rovigo si è organizzata una raccolta alimentare come era già stata promossa con le stesse modalità in altre realtà.
Anche questa iniziativa sta mostrando una volta in più il cuore della solidarietà in Polesine. Un cuore che non smette di battere, perché fa fare del bene in qualsiasi situazione ci si trovi. Forse la raccolta nella casa circondariale rodigina potrà sembrare una goccia nel mare di solidarietà delle iniziative di raccolte straordinarie di generi alimentari fatte in questa fase di emergenza. Ma l'intervento dei detenuti a Rovigo a favore delle famiglie in difficoltà è anche un gesto che ribalta l'atteggiamento con il quale si guarda abitualmente al carcere e che fa apprezzare quanto è stato donato ancora più, perché è un invito a tutti a non far spegnere mai la speranza.
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Il Gazzettino