Il treno delle Dolomiti "parte" «per avvicinarsi all'Europa»

Foto d'archivio da Bellunopiù
CORTINA - Il treno delle Dolomiti, a collegare Venezia con la Val Pusteria e la direttrice verso l'Austria, è ora più di un sogno.  C'è un...

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CORTINA - Il treno delle Dolomiti, a collegare Venezia con la Val Pusteria e la direttrice verso l'Austria, è ora più di un sogno.  C'è un accordo interregionale e governativo, c'è la firma su un protocollo ufficiale, apposta ieri, nel municipio di Cortina d'Ampezzo. Ci vorrà un anno per progettarlo, una decina d'anni per realizzarlo, con una spesa di un miliardo di euro, che potranno aumentare di 200 milioni se il tracciato da Calalzo di Cadore a Cortina d'Ampezzo passerà prima per Auronzo e la Valle dell'Ansiei, sotto le Tre Cime di Lavaredo. È una sfida che hanno raccolto in tre: la Regione Veneto, la Provincia autonoma di Bolzano, il Governo italiano, con i presidenti Luca Zaia e Arno Kompatcher, alla presenza del ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio.

«Stiamo vivendo una giornata storica, rendiamocene conto - ha annunciato Zaia - e non discuteremo se farlo, questo treno, ma sul farlo bene. La decisione è già presa. Per realizzare l'opera ci sarà il confronto con le amministrazioni locali e con le istituzioni superiori, dello Stato».

«Un progetto di questo tipo rientra nelle nostre linee strategiche, che riassumiamo con «cura del ferro», di attenzione alla ferrovia. Non è nostalgia, ma apertura al futuro, è modernità» - ha chiarito Delrio. Ha dato conferma di questa strategia, con dati sui progetti già in attuazione: «Vogliamo fare in modo che l'Italia si avvicini veramente all'Europa, seguendo le disposizioni che vogliono, entro il 2030, il 30% delle merci che debbono percorrere oltre 300 chilometri, portate su rotaia».

Ha poi assicurato il coinvolgimento delle ferrovie, tramite la società Rfi, che ha detto pronta ad assistere i progettisti, per il nuovo tracciato da dare al collegamento attraverso le Dolomiti, dal Cadore alla Pusteria, passando per Cortina, in un modo o nell'altro. L'unico grande dubbio pare infatti sia rappresentato dal tracciato: valle del Boite, com'era dal 1921 al 1964, oppure valle dell'Ansiei, verso Auronzo.

Il Landeshaptmann altoatesino Arno Kompatscher aggiunge: «È un progetto ambizioso, ma del tutto realistico. Anche i costi sono abbordabili: pensiamo a un cofinanziamento dell'Unione europea. Ci crediamo davvero a questo progetto, base per uno sviluppo sostenibile del turismo. Adesso bisogna trovare il tracciato e fare le valutazioni tecniche e ambientali. In ogni caso bisognerà mantenere l'attuale ciclabile, soprattutto dove è utilizzata come pista per lo sci di fondo: è una delle prescrizioni che daremo ai progettisti, nella fase di studio».


Gli ambientalisti del comitato Peraltrestrade Dolomiti commentano: «Regione Veneto e Sudtirolo stanno lavorando seriamente all'ipotesi ferroviaria per il completamento dell'anello della Ferrovia delle Dolomiti, che ci porterà verso un futuro sempre meno dipendente dall'auto e questo non può che farci piacere ed avrà tutto il nostro sostegno. Sì alle proposte intelligenti, che abbiano un vero interesse pubblico. Invece il prolungamento a nord dell'autostrada A27, di cui qualcuno, negli ultimi tempi, sta agitando lo spettro, non è che una fantasia priva di fondamento. È riproposta ad arte per cercare di spostare l'attenzione dal prolungamento della ferrovia, da noi sempre caldeggiato». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino