VENEZIA - «Ma quali sudditi di Roma. La verità è che Luca Zaia sa solo spendere soldi in carte bollate per contenziosi del tutto inutili. Invece di perdere...
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Alle critiche di Zaia, il Pd ribatte seccamente. Dice il consigliere regionale Graziano Azzalin: «Zaia dovrebbe far pace con se stesso: la Corte Costituzionale non può essere ‘buona’ o ‘cattiva’ a seconda delle convenienze. La Consulta va bene quando dichiara legittimo il referendum sull’autonomia, mentre ‘non può discettare su leggi, leggine e stupidaggini delle Regioni’, come affermato dal presidente, quando mette a rischio l’assurda legge sui Veneti minoranza nazionale. Un politico serio e responsabile ha il dovere di essere coerente, non di commentare in maniera diametralmente opposta sulla base del proprio tornaconto elettorale. Che il Governo avrebbe impugnato il provvedimento era scontato, abbiamo passato un’intera seduta a spiegarlo, inutilmente, a Zaia e alla sua maggioranza. Il Veneto, infatti, non fa parte delle minoranze storiche nazionali e il richiamo alla Convenzione quadro del Consiglio d’Europa è sbagliato, poiché eventuali aggiunte, successive alla ratifica, possono essere fatte soltanto dallo Stato».
E non è da meno la senatrice Puppato: «Zaia si arrampica sugli specchi, non c’è sostanza nelle sue parole. È da tempo che porta avanti la tesi - quando gli fa comodo, ovviamente - di apparire come vittima di un potere nazionale più forte, il che è del tutto insussistente se si considera che su alcune partite - porti, scuole, bonifiche, sanità - il Veneto sta ricevendo molto più adesso di un tempo». Quanto ai Veneti minoranza nazionale e linguistica, Puppato chiede a Zaia a quale lingua si riferisca: «Faccio un esempio: la parola “topo” in giro per il Veneto si dice in sette modi diversi, da “pantegana” a moreja”». E l’accusa che saremmo sudditi di Roma? «Non lo siamo - dice Puppato - ma diventiamo sudditi della nostra residualità nel momento in cui riteniamo di esistere in quanto minoranza di qualcuno. Purtroppo è accertato questo accanimento di Zaia di andare a contrastare continuamente il Governo nazionale con leggi assurde - e bisogna dire che Galan non era così sciocco, aveva semmai una visione delle cose. Faccio un esempio di stupidità totale: il Veneto è stata l’unica regione a impugnare un provvedimento che assegnava 23 milioni per lo sport sostenendo che la materia era di sua competenza. Bene, ha vinto il ricorso e i nostri paesi hanno perso i soldi. È un continuo suicidarsi, anche quando lo Stato centrale ti sta favorendo». Aggiunge Azzalin: «Zaia con la sua uscita ha dato il via alla campagna elettorale della Lega per le prossime politiche. Una campagna elettorale, cui è funzionale un costoso referendum sull’autonomia che non servirà assolutamente a niente, se non a spendere soldi dei veneti che potrebbero essere impiegati in modo più efficace». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino