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VAL DI ZOLDO - Giovedì pomeriggio, strada provinciale 251 della Val di Zoldo e Val Cellina. Un pullmino dell’Usg Zoldo sta salendo da Longarone con a bordo 6 bambini, pronti come ogni giorno ad indossare i pattini per il quotidiano allenamento di hockey. Hanno fra i 7 ed i 13 anni. A guidare il mezzo una signora di Longarone che, a turno con altre mamme, fa la spola con la valle per accompagnare allo stadio del ghiaccio di Soccampo i propri figli e altri piccoli hockeysti. Il mezzo supera Mezzocanale e poco dopo, all’altezza di una delle frane che in questi mesi sta martoriando l’arteria principale che collega Zoldo con Longarone e Belluno, dietro una curva, trova in strada dei sassi franati durante il giorno. “Il pulmino ne ha schivato alcuni – dice Amapola Fairtlough, dirigente della società gialloverde e consigliere comunale - ma non è riuscito ad evitarne uno grande”. L’impatto è fortissimo, il pullmino si blocca sulla strada: il masso ha strappato la gomma e lo ha fatto fermare in mezzo alla provinciale. La signora al volante si rende conto immediatamente di cosa e quanto ha rischiato: “La paura era tanta – spiega Fairtlough – anche perché a bordo non trasportava solo i propri bambini”.
Subito la donna telefona alla società dove sarebbe dovuta arrivare con il carico di piccoli discatori.
“Era già accaduto, accade spesso – riferisce sconsolata e preoccupata Amapola Fairtlough – noi sappiamo cosa voglia dire vivere in montagna; ma così non mai stato. È vero: giovedì è andata bene; ma se quel sasso fosse caduto proprio mentre il pullmino transitava le cose sarebbero potute andare in maniera diversa; e anche se fosse caduto su una corriera di linea o se fosse stata questa a trovarlo a terra, l’impatto sarebbe stato diverso. E se fosse caduto sul vetro?”. Eppure di questi fatti in valle non se ne parla tanto: “Questa caduta è l’ennesima situazione di una lunga serie; succede più volte, ma non se ne parla tanto. Sembra che la gente si stia abituando a vedere e sapere di sassi caduti sul cofano di una macchina o che nella loro corsa dalla montagna hanno sfiorato un’automobile. Insomma: non è più una sorpresa. Ma questa è l’arteria principale di collegamento per la valle che molti zoldani percorrono per lavoro e per uscire dalla valle; è la via di accesso più veloce e normale alle città, all’autostrada, al lavoro; ma ormai non si percorre più in sicurezza e serenità”. E tutto questo sembra stia diventando scontato e normale. Al palaghiaccio di Soccampo, invece, giovedì erano molto scossi, soprattutto pensando ai bambini che erano a bordo del pullmino.
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