VENEZIA - Si sono prima scrutate da lontano, mentre il momento del gong si avvicinava e l'adrenalina cresceva, dopodiché, messi i guantoni, entrambe sul ring hanno fatto il...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
«Proprio così, nel terzo round di un match equilibrato e corretto ho perso una lente a contatto e, non avendola «dichiarata» per iscritto prima del gong - racconta Erika Martinuzzi, portacolori dell'Union Boxe Mestre e protagonista nel Memorial Gino Campagna - l'arbitro mi ha inflitto il ko tecnico. Da subito mi sono sentita vittima di un'ingiustizia, mi ero allenata duramente per ben figurare, normale che fossi nervosa e quasi in lacrime avendo incassato la mia prima sconfitta senza averle prese». Alla giovane atleta mestrina, tre vittorie e due match pari nei suoi precedenti 5 incontri, ha però teso la mano la sua avversaria sfidata.
«Sabrina è venuta da me dicendo che era stato un bell'incontro e che senza quell'intoppo avrei vinto io. Mi ha consolata, quando mi ha detto di non meritare la medaglia e di volermela riconsegnare l'emozione è stata enorme. La ringrazio non per il valore della vittoria, ma per il grande esempio di rispetto e sportività non scritta nel regolamento. È stato un onore essermi confrontata con lei, un plauso va anche alla sua società (Callegari Boxe Rovigo, ndr), con Sabrina è stato bello ridarsi appuntamento sul ring per la rivincita».
Per la sportivissima Martinuzzi quella per la boxe è una passione recente. «Ho iniziato il mio secondo anno con l'Union Boxe, ho giocato a basket e volley ma sul ring ero già salita praticando kick boxing. Un po’ di paura per i colpi al naso e gli occhi neri c'è sempre, ed è giusto così, però dopo il gong la consapevolezza di dovermela cavare da sola prevale su tutto. La boxe non è solo pugni, ci vuole una grande preparazione fisica e soprattutto mentale. Se poi si ricevono anche lezioni di vita allora diventa una disciplina pressoché perfetta». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino