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A che punto è l’iter per la reintroduzione delle Province elettive in Friuli Venezia Giulia, dopo che il Consiglio regionale il 31 gennaio di quest’anno ha approvato a maggioranza (24 voti a favore e contro tutti i 15 della minoranza) il disegno di legge presentato dalla Giunta guidata da Massimiliano Fedriga? La domanda è tutt’altro che ferragostana, poiché a incaricarsi di rendere attuale la questione ieri è stato addirittura il vicepremier Matteo Salvini, che è si spinto fino a pensare una data per rinascita degli enti intermedi elettivi, il 2024, se il Parlamento riuscisse a dare prova di efficienza, come ha detto incontrando i sindaci della Versilia. Non è detto che il prossimo anno sia quello buono, ma anche fosse per il resto d’Italia, occorre capire come andrà al Friuli Venezia Giulia, perché le strade sono distinte.
VISTA DAL FRIULI VENEZIA GIULIA
«La proposta di legge approvata dal Consiglio regionale Fvg è discussione in commissione alla Camera», aggiornano tanto il presidente dell’Aula Mauro Bordin che da Roma il parlamentare di Fdi Emanuele Loperfido. Il che significa che l’iter è avviato, ma è certamente lungo almeno tanto quanto ci impiega una norma ad avere la doppia lettura alla Camera e al Senato. Se poi ai tempi tecnici si somma qualche eventuale incaglio politico, la data risolutiva inevitabilmente si sposta più in là. «Contiamo che il via libera del Parlamento possa avvenire entro il 2024», considera fiducioso il leghista Bordin, ed è chiaro, quindi, che «l’attuazione della norma in Friuli Venezia Giulia non potrà avvenire prima del 2025».
IL NODO STATUTO
Il che, se tutto andasse per il verso giusto, vorrebbe dire che il secondo Governo Fedriga potrà dire di aver lasciato in eredità quelle Province elettive che l’ex presidente della Regione Debora Serracchiani aveva estromesso dallo Statuto di Autonomia nel 2014, con definitiva liquidazione nel 2017.
IL DOPPIO BINARIO
«Nei mesi scorsi a livello parlamentare abbiamo avuto un incontro di maggioranza per approfondire il tema – spiega - e tra settembre e ottobre prossimi proprio Fdi ha in programma iniziative sul territorio per illustrare ai cittadini il valore di questo ente intermedio». Tuttavia, precisa il deputato, «non intendiamo avere fretta: la volontà è di procedere, ma di fare le cose per bene, senza correre». Il che significa che potrebbe essere rallentato anche l’iter per la legge che riguarda le Province in Friuli Venezia Giulia? «No – risponde sicuro Loperfido –, la nostra va avanti, perché ci sono già le evidenze che nelle Regioni a Statuto Speciale le Province hanno una loro ragion d’essere». La norma del Friuli Venezia Giulia al 28 giugno è in discussione alla Camera in I Commissione Affari costituzionali, dove è stata assegnata in sede referente (cioè, il testo dovrà andare anche in Aula) il 17 marzo scorso. Questa commissione dovrà raccogliere anche il parere della V Commissione Bilancio e Tesoro. La relatrice è la deputata bresciana, e leghista, Simona Bordonali. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino