Protocollo tra Regione e allevatori sui danni arrecati dai lupi

Altopiano Asiago, lupo
Attenti al lupo! La Giunta Regionale ha dato il via libera al protocollo d’intesa con la Coldiretti, organizzazioni degli allevatori e produttori lattiero-caseari per...

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Attenti al lupo! La Giunta Regionale ha dato il via libera al protocollo d’intesa con la Coldiretti, organizzazioni degli allevatori e produttori lattiero-caseari per fronteggiare i danni arrecati dalla presenza del lupo sulle montagne venete. L’estate scorsa erano stati rilevati branchi in Lessinia, sull’Altopiano di Asiago, sul Massiccio del Grappa, in Valbelluna e in Col di Lana e Val di Fassa. Il documento che verrà sottoscritto da Coldiretti, Arav, Lattebusche, Latterie Vicentine, Latteria Soligo e dai tre consorzi di tutela dei formaggi Asiago, Monte Veronese e Montasio, impegna la Regione a proseguire il monitoraggio sull’effettiva distribuzione del lupo nel nostro territorio.


Per quanto riguarda i danni subiti dagli allevatori, la Regione si impegna a coprire la totalità dei costi sostenuti per recinti elettrificati e cani da guardia; a contribuire all’adozione di ulteriori sistemi di protezione del bestiame, come la presenza di vigilanti nelle malghe e sui pascoli; ad erogare gli indennizzi non oltre tre mesi dalla data dell’accertamento del danno.

«L’importanza del protocollo - assicura l’assessore regionale Giuseppe Pan - sta nel valorizzare tutti gli strumenti e le strategie di prevenzione e nel responsabilizzare gli allevatori e le categorie economiche ad avvalersi di tutte le misure messe in campo dalla Regione per contenere al massimo i danni causati dal ritorno del lupo nell’area alpina, dopo secoli di assenza».

La Regione è inoltre orientata politicamente a chiedere, in sede nazionale ed europea, una «revisione della bozza del Piano di gestione e della direttiva habitat, in modo da contemperare le esigenze di tutela di una specie protetta, importante per l’ecosistema, con quelle degli allevatori che continuano a presidiare i pascoli e la montagna con la loro attività in quota». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino