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VENEZIA - Hanno sfidato l’umidità e la prima fastidiosa nebbiolina di novembre, per partecipare all’annunciata manifestazione contro il moto ondoso e l’inquinamento atmosferico. Ieri mattina, nel Bacino di San Marco, si sono concentrate circa 140 imbarcazioni tipiche, chiamate a raccolta dal gruppo “Insieme”, ovvero l’unione delle 31 associazioni di voga e di vela che gravitano sulla laguna. Le imbarcazioni, dalle gondole alle caorline, dalle mascarete ai sandoli, per finire con tre barche a vela al terzo, a partire dalle 10.45 hanno improvvisato caroselli esponendo vistosi striscioni e cartelli. Dal classico “No al moto ondoso”, all’europeista “No Waves” (nessuna onda), al cantieristico “Sì fondo piatto, no carena”, al legislativo “Venezia Speciale = Legge Speciale”, al dialettale “L’onda va su e la riva vien zo”; il tutto sintetizzato alla veneziana nel reiterato, conosciuto ed incisivo motto: “Sa morti chi fa onde”. Fra le barche c’erano anche rappresentanze delle associazioni “Kaykata” e Leobisso, entrambe da Mogliano, e la caorlina della remiera Jesolo, a dimostrazione di una gronda sempre più interessata ed attiva alle problematiche della laguna. «Una delle nostre tappe fondamentali sono Venezia e le sue isole - spiega Giuliano Crosato, presidente della “Kaykata” - In laguna dobbiamo stare sempre molto, troppo attenti alle onde provocate dai mezzi a motore, pericolose per i neofiti e per le persone anziane. Sono felice che ci sia chi organizza queste manifestazioni, che aiutano a riconsiderare la fruizione del territorio». Hanno voluto partecipare anche le “Donne in Rosa”, nel loro dragon boat. «Siamo molto contenti per la nutrita partecipazione - commenta Daniela Costantini, presidente della Vogaveneta Mestre - Purtroppo domani (oggi, ndr) dovevamo avere un incontro con la IV commissione consiliare, ma è stato rinviato. Speriamo avvenga al più presto». «Ritengo la manifestazione un atto civico e dovuto per mantenere viva la percezioni dei problemi della laguna - le ha fatto eco Marco Ghinami, della Querini - In questi anni grandi cambiamenti non ci sono stati e con le autorità locali ci sono poche possibilità di confronto». Lucio Conz, presidente della Canottieri Giudecca: «Abbiamo inviato le nostre considerazioni alla debita commissione parlamentare. Ora che ci sono soldi è il momento di cambiare, motori e barche. È necessario dare un senso alla parola sostenibilità, della quale si vuole Venezia capitale. Auspichiamo che le università di Venezia, Padova e Trieste possano elaborare assieme modelli matematici evoluti per la gestione della laguna. È paradossale pensare che i modelli migliori di Actv sono quelli più vecchi. Anche se si arriverà alla propulsione ibrida per le barche in laguna, non abbiamo risolto il problema se poi queste continueranno a provocare onde».
Il Gazzettino