Moto ondoso, protesta a San Marco

Sabato 20 Novembre 2021 di Tullio Cardona
La manifestazione a Venezia contro il moto ondoso

VENEZIA - Hanno sfidato l’umidità e la prima fastidiosa nebbiolina di novembre, per partecipare all’annunciata manifestazione contro il moto ondoso e l’inquinamento atmosferico.

Ieri mattina, nel Bacino di San Marco, si sono concentrate circa 140 imbarcazioni tipiche, chiamate a raccolta dal gruppo “Insieme”, ovvero l’unione delle 31 associazioni di voga e di vela che gravitano sulla laguna. Le imbarcazioni, dalle gondole alle caorline, dalle mascarete ai sandoli, per finire con tre barche a vela al terzo, a partire dalle 10.45 hanno improvvisato caroselli esponendo vistosi striscioni e cartelli. Dal classico “No al moto ondoso”, all’europeista “No Waves” (nessuna onda), al cantieristico “Sì fondo piatto, no carena”, al legislativo “Venezia Speciale = Legge Speciale”, al dialettale “L’onda va su e la riva vien zo”; il tutto sintetizzato alla veneziana nel reiterato, conosciuto ed incisivo motto: “Sa morti chi fa onde”. Fra le barche c’erano anche rappresentanze delle associazioni “Kaykata” e Leobisso, entrambe da Mogliano, e la caorlina della remiera Jesolo, a dimostrazione di una gronda sempre più interessata ed attiva alle problematiche della laguna. «Una delle nostre tappe fondamentali sono Venezia e le sue isole - spiega Giuliano Crosato, presidente della “Kaykata” - In laguna dobbiamo stare sempre molto, troppo attenti alle onde provocate dai mezzi a motore, pericolose per i neofiti e per le persone anziane. Sono felice che ci sia chi organizza queste manifestazioni, che aiutano a riconsiderare la fruizione del territorio». Hanno voluto partecipare anche le “Donne in Rosa”, nel loro dragon boat. «Siamo molto contenti per la nutrita partecipazione - commenta Daniela Costantini, presidente della Vogaveneta Mestre - Purtroppo domani (oggi, ndr) dovevamo avere un incontro con la IV commissione consiliare, ma è stato rinviato. Speriamo avvenga al più presto». «Ritengo la manifestazione un atto civico e dovuto per mantenere viva la percezioni dei problemi della laguna - le ha fatto eco Marco Ghinami, della Querini - In questi anni grandi cambiamenti non ci sono stati e con le autorità locali ci sono poche possibilità di confronto». Lucio Conz, presidente della Canottieri Giudecca: «Abbiamo inviato le nostre considerazioni alla debita commissione parlamentare. Ora che ci sono soldi è il momento di cambiare, motori e barche. È necessario dare un senso alla parola sostenibilità, della quale si vuole Venezia capitale. Auspichiamo che le università di Venezia, Padova e Trieste possano elaborare assieme modelli matematici evoluti per la gestione della laguna. È paradossale pensare che i modelli migliori di Actv sono quelli più vecchi. Anche se si arriverà alla propulsione ibrida per le barche in laguna, non abbiamo risolto il problema se poi queste continueranno a provocare onde». Fra le imbarcazioni a remi, c’erano anche tope a motore, che non hanno rinunciato a portare il loro sostegno, e la “Alpha Charlie”, l’idroambulanza costiera della società “Adriatic”. «Abbiamo voluto appoggiare con decisione questa manifestazione - ha chiarito Nicola Falconi, manager nautico ed armatore, nonché ultimo presidente dell’Istituzione Gondola - Rappresenta un convinto sostegno ai temi indicati dal mondo della voga. L’ambiente lagunare, la salute e la sostenibilità ambientale sono tematiche preminenti, che devono trovare in città un’assoluta nuova centralità, perché Venezia possa definirsi città sostenibile. Ora si tratta di incanalare le migliori risorse umane, tecnologiche e culturali verso un futuro green, che sappia realizzare un nuovo modello di sviluppo in tutte le attività per dar vita ad un nuovo rinascimento della laguna. Pensiamo in concreto solo alla mancanza di ormeggi pubblici, assenti sia in centro storico che nelle isole. Abbiamo le barche, ma non agevoli ormeggi dove attraccare. Davvero assurdo per una città d’acqua». 

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