PADOVA - Pesante giro di vite sulla lotta alla prostituzione in strada. D’ora in poi, in città, sarà vietata. Non più quindi solo multe alle "lucciole" trovate in abiti...
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L’ordinanza firmata dal sindaco Massimo Bitonci, messa a punto dall’assessore alla sicurezza e alla polizia locale Muarizio Saia e dal comandante Antonio Paolocci, punta a ripulire intere zone della città ora regolarmente frequentate dalle prostitute e dai loro clienti, tutelando la sicurezza urbana e combattendo il degrado. Padova si allinea così ad altre città: da Montecatini a Bergamo e Brescia, dove però le misure sono un po’ più morbide.
Saia e Paolocci usano invece il pugno di ferro, con retate e controlli a tappeto. Se è vero che in Italia la prostituzione non è reato, è vero però - ed è questa la "tesi" che sostiene l’ordinanza - che "è collegata alla commissione di gravi reati quali l’induzione, lo sfruttamento, il favoreggiamento e l’agevolazione" della prostituzione stessa, oltre ad alimentare atti di violenza e anche lo squallido mercato dello sfruttamento di ragazze minorenni.
Nelle intenzioni non s’intende colpire solo la prostituta ma il giro illegale. "In particolare - dice l’ordinanza - è vietata l’attività di prostituzione su strada che, per le circostanze, le modalità e le forme con cui si svolge offenda la pubblica decenza".
In pratica cosa accadrà? Gli agenti della polizia locale potranno portare le "lucciole" al comando per l’identificazione e multarle per la loro attività. La somma potrà arrivare, come avviene ora, fino a 500 euro. Un servizio di contrasto che potrà sfociare nella confisca amministrativa dell’incasso per le prestazioni. Confermate, come deciso dalle ordinanze Zanonato, anche le multe ai clienti, sempre fino a 500 euro.
Il tema è indubbiamente sentito in vaste aree della città, da Pontevigodarzere all’Arcella, a Camin, alla zona dietro la stazione. Gli abitanti sono esasperati: via vai continuo di auto, sporcizia, vivibilità dei quartieri e dei luoghi pubblici gravemente compromessa. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino