Fino a 1.500 euro per una ragazza dei night club Arabesque e Game-over: pagamenti anche col Pos

VENEZIA - Scoperta attività di prostituzione in due club notturni, l'Arabesque di San Donà di Piave e il Game Over di Quarto d’Altino. che sono stati...

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VENEZIA - Scoperta attività di prostituzione in due club notturni, l'Arabesque di San Donà di Piave e il Game Over di Quarto d’Altino. che sono stati chiusi. La Squadra mobile di Venezia questa mattina, 17 gennaio, ha eseguito cinque ordinanze di custodia cautelare, due in carcere e tre ai domiciliari. Nei locali si mercanteggiavano prestazioni sia in privè, sia in albergo o addirittura a casa da parte di una cinquantina di ragazze romene. Per una notte in casa con una ragazza i clienti arrivavano a pagare fino a 1.500 euro, ed era consentito saldare il conto con il Pos. I clienti contrattavano con il titolare quale ragazza avere e l'uomo tratteneva una percentuale tra il 50 e il 70 per cento.


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Tra gli arrestati ci sono anche i gestori dei due night club. Gli indagati, raggiunti dal provvedimento restrittivo sono Matteo e Federico Vendramello, jesolani rispettivamente di 40 e 44 anni, gestori dei due locali entrambi portati in carcere, mentre ai domiciliari sono finiti la romena Michaela Hobila (35), di Jesolo; Lorenzo Borga (70), di San Donà e Ugo Bozza (66), di Portogruaro, che si occupavano dell'organizzazione logistica.


Tutti sono accusati, a vario titolo, di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Le prostitute, infatti, consegnavano ai gestori dei night dal 50 al 70% del guadagno per le prestazioni. L'indagine è cominciata alcuni mesi fa grazie a un esposto anonimo. La squadra mobile ha ricostruito un giro d'affari da migliaia di euro. Le ragazze, assunte con regolari contratti come collaboratrici nei night club, in realtà si prostituivano. I servizi che i locali offrivano erano tre: prestazioni sessuali all'interno del privè che costavano 150 euro a mezz'ora, in albergo (fino a 500 euro), mentre per una notte a casa del cliente si arrivava anche a 1.500 euro. L'organizzazione era tale che le donne, in caso di prestazione fuori dal club, portavano con sé i Pos per consentire ai clienti di pagare con la carta di credito. I pagamenti venivano mascherati ad esempio con l'acquisto di bottiglie nel locale.
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Il Gazzettino