L'Europa "salva" il Prosecco e blocca il Prosek, ma ecco la minaccia australiana

Il regolamento sui prodotti Dop e Igp vieta le menzioni identiche o evocative. Ma la Croazia non molla

L'Europa "salva" il Prosecco e blocca il Prosek, ma ecco la minaccia australiana
VENEZIA - La commissione Agricoltura del Parlamento europeo ha approvato all’unanimità, con 46 favorevoli, il nuovo regolamento sui prodotti a Denominazione di...

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VENEZIA - La commissione Agricoltura del Parlamento europeo ha approvato all’unanimità, con 46 favorevoli, il nuovo regolamento sui prodotti a Denominazione di origine protetta e Indicazione geografica protetta. Il testo prevede l’obbligo per entrambi di precisare sull’etichetta il nome del produttore e, nel caso dei secondi, anche l’origine della materia prima principale. Ma quel che probabilmente più conta a Nordest, è che stato pure votato un emendamento salva-Prosecco: «È stato chiarito come menzioni tradizionali come Prošek non possano essere registrate, in quanto identiche o evocative di nomi di Dop o Igp», rimarca il relatore dem Paolo De Castro, alludendo alla richiesta di riconoscimento presentata dalla Croazia, a cui l’Italia si oppone.


LA PROCEDURA
Chiaramente non è finita qui. Da una parte la relazione licenziata in sede ristretta a Strasburgo, dovrà essere adottata dalla plenaria di Bruxelles, probabilmente nella sessione del 31 maggio e 1° giugno, in modo da avviare i colloqui con i Governi dell’Ue. Dall’altra resta comunque pendente l’istanza avviata da Zagabria, rilanciata di recente dall’eurodeputato conservatore Ladislav Ilčić, con un’interrogazione mirata a sostenere che il Prošek non genererebbe confusione nei consumatori rispetto al Prosecco: «La produzione di questo vino è limitata alla regione costiera della Croazia, in piccole quantità (20 ettolitri all’anno) destinate principalmente al mercato interno croato». La risposta del nazionalista Janusz Wojciechowski, commissario europeo per l’Agricoltura, fa il punto sul percorso, anche alla luce delle 12 obiezioni presentate dall’Italia: «Le informazioni ricevute sono ora al vaglio della Commissione per stabilire se la domanda soddisfi le condizioni per la concessione della protezione stabilite dal diritto dell’Unione. Al termine di questa valutazione, la Commissione deciderà di rifiutare o riconoscere il termine tradizionale “Prošek”. Sebbene la legislazione applicabile non preveda un termine esplicito per l’adozione della decisione, la Commissione si adopera al massimo per evitare indebiti ritardi nella chiusura della procedura».


LA RIFORMA


Tuttavia il voto unanime ha comunque una rilevanza politica. «Stop euro-patacche», esulta il capogruppo regionale zaian-leghista Alberto Villanova, a cui si aggiunge il collega Giuseppe Pan: «La mia mozione ha raggiunto il suo obiettivo». Avverte il presidente Luca Zaia: «Ricordiamoci che se passasse, se fosse passata, oppure se qualcuno ancora pensasse di poter concretizzare l’idea del Prošek, significherebbe dare la stura a tutta una serie di altre attività che possono coinvolgere qualsiasi prodotto tipico registrato e tutelato». Annota al riguardo Coldiretti: «Il provvedimento ha una ricaduta che interessa soprattutto il Veneto, che solo nel comparto del cibo conta certificazioni che realizzano un fatturato di 3,7 miliardi di euro. La regione annovera 18 Dop, 18 Igp e 5 specialità tradizionali garantite, a cui si aggiungono i primati del vino con 14 Docg, 29 Doc e 10 Igt». Si congratula Stefano Zanette, numero uno del Consorzio di tutela del Prosecco Doc: «Una volta tanto, il nostro Paese si è saputo muovere sostanzialmente compatto nel cogliere i molti vantaggi introdotti da questa riforma». Conferma l’europarlamentare dem Alessandra Moretti: «Ci sono voluti oltre due anni di lavoro in cui, per una volta, il nostro Paese ha mostrato compattezza e unitarietà». Concorda il collega leghista Gianantonio Da Re: «Grazie al grande lavoro di squadra degli italiani, vengono difesi i prodotti tipici, frutto delle nostre tradizioni e della nostra storia». Nelle file della Lega, interviene anche il deputato Gianangelo Bof: «Non è solo la difesa di un determinato prodotto, ma di un intero sistema economico-produttivo». Conclude la senatrice Mara Bizzotto, che all’Europarlamento si era mobilitata sul tema: «Speriamo che l’approvazione di questo emendamento, se confermato poi nel testo finale, dia finalmente una mossa alla Commissione europea».
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Il Gazzettino