Donald Trump rischia di guastare un 2019 che si annuncia ancora positivo per i produttori di vino italiani. Se scattassero i dazi sul mercato Usa, oggi a livelli minimali -...
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«Gli Stati Uniti sono un'importante area di sbocco per tutti i produttori agroalimentari del nostro Paese. Per un gruppo vitivinicolo come Villa Sandi, che esporta in 100 Paesi nel mondo, l'imposizione di nuovi dazi non è mai una buona notizia - commenta Giancarlo Moretti Polegato che guida il marchio trevigiano da oltre 94 milioni di fatturato -. Maggiormente, se arriva dagli Usa, che sono il nostro 3° mercato dopo Germania e Gran Bretagna, e che rappresentano il 2° mercato per tutto l'universo Prosecco. È vero che, nel medio periodo, il successo crescente del Prosecco a livello globale ci offrirebbe la possibilità di controbilanciare le mancate vendite con quelle provenienti da altri Paesi, ma nel breve ci sarebbero ripercussioni negative. Oggi in America si vende molto Prosecco, ma soprattutto esiste un significativo potenziale di crescita per i prossimi anni. Quindi mi auguro che si possa giungere a un accordo che non preveda ulteriori dazi».
PRONTI ALLA SFIDA
«L'America ha sempre tassato i prodotti esteri per proteggere se stessa, non è una novità, Sicuramente, oggi Trump sta estremizzando questa politica, trovando, però, largo consenso tra i cittadini americani. A questo, l'Europa saprà rispondere mettendo in campo le stesse drastiche misure», commenta Ermenegildo Giusti, un uomo che l'America la conosce bene. Emigrato in Canada, è diventato uno dei principali imprenditori dell'Alberta e ora è alla guida della Giusti Group of Companies, leader nel settore delle costruzioni nella West Coast. Dal Duemila è rientrato in Italia per investire nel territorio di Treviso e Asolo, anzitutto producendo Prosecco Superiore con la Giusti Wine, 3,5 milioni di fatturato in 29 Paesi del Mondo.
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Il Gazzettino