Tagli record ai pronto soccorso in Veneto. Se negli ultimi quindici anni la rete di strutture destinate all'emergenza in Italia si è ridotta di un terzo, in Veneto si...
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Guardando ai numeri parla di crolli il mensile Quattroruote che snocciola tutte le percentuali. La riduzione media nazionale del numero dei pronto soccorso e dei dipartimenti di emergenza-urgenza e accettazione tra il 2003 e il 2013 (fonte Anaao-Assomed) è del 28 per cento, quindi significa che 168 unità sono scomparse. A fronte di rari casi, come la Lombardia e la Toscana, in cui la rete è stata leggermente potenziata, in tutte le altre regioni si sono registrati solo riduzioni. Al primato veneto che segna un meno 47%, seguono le Marche con un taglio del 44%, il Molise del 40% e la Puglia del 36%. Nel gruppo di testa dei tagli pure il Friuli Venezia Giulia con un meno 29%, passando così da 28 pronto soccorsi a 20. Quattroruote sottolinea anche come siano diminuiti del 10% i mezzi di pronto intervento. Se nel 2003 in Italia circolavano 2.373 ambulanze, 906 delle quali per il soccorso di base, 1.172 per quello avanzato e 295 unità mobili di rianimazione, nel 2013 risulta maggiore il numero delle ambulanze semplici che raggiungono quota 1.189, ma inferiore quello dei mezzi avanzati che si fermano a 712 (meno 39%) e attrezzati per la rianimazione ridotti a 224 (meno 24%). Su questo fronte però Veneto e Friuli non primeggiano, superate di gran lunga da Lazio, Calabria e Marche. «La riduzione dei mezzi si riflette anche sul tempo medio d'intervento dei veicoli di soccorso che è di 18 minuti - si spiega nel sondaggio - un dato migliorato di tre minuti negli ultimi quindici anni, ma estremamente variabile a seconda delle regioni: si va dagli 8 minuti del Trentino Alto Adige ai 33 minuti in Basilicata».
Il responsabile regionale dell'area 118 ci tiene però a precisare che i mezzi veneti non sono stati toccati. Ci sono quindi 4 elicotteri utilizzati in 2500 interventi l'anno, 126 basi per le ambulanze, 219 ambulanze in servizio ogni giorno, 300 mezzi di soccorso di proprietà delle aziende sanitarie venete a cui si sommano quelli delle associazioni di volontariato. «Da non scordare - prosegue il dottor Rosi - che tutti gli ospedali veneti hanno un punto di atterraggio per gli elicotteri. Noi abbiamo fatto la razionalizzazione che altre regioni non hanno ancora attuato. Abbiamo ospedali specializzati negli ictus o nell'infarto miocardico, solo per fare qualche esempio. Quindi di fronte ad emergenze di questo tipo dirottiamo il paziente direttamente nell'ospedale specializzato riducendo la mortalità e aumentando i recuperi senza esiti negativi. Abbiamo, quindi, superato la logica di un tempo di portare il paziente nell'ospedale più vicino. Per quanto riguarda i tempi dei soccorsi siamo in linea con i 18 minuti dello standard ministeriale per i codici gialli e rossi, cioè di media e alta gravità».
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Il Gazzettino