Il viaggio del sindacalista al Pronto soccorso: «Barelle ovunque, situazione allo sbando. Immagini da Italia disagiata»

Pronto soccorso
I termini sono durissimi. Le condizioni tastate con mano durante quello che in altri campi si definirebbe un “blitz”. Si parla di stato «pietoso», di un...

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I termini sono durissimi. Le condizioni tastate con mano durante quello che in altri campi si definirebbe un “blitz”. Si parla di stato «pietoso», di un reparto paragonabile «a zone ben più disagiate del nostro Paese». Gli occhi, quelli di Pier Luigi Benvenuto, sindacalista della Cgil che lunedì scorso ha messo piede personalmente nel Pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria degli Angeli di Pordenone. Non lo ha fatto fortunatamente da paziente, ma in modo propedeutico ad un’azione che sa di ultimatum: nel prossimo incontro tra il sindacato e l’Azienda sanitaria, infatti, sarà clima da aut-aut. O saranno soddisfatte alcune richieste, oppure si andrà verso un nuovo scontro. 


IL REPORTAGE


«Personalmente - ha riferito il sindacalista Benvenuto - ho avuto la cartina al tornasole di quello che è costretta a subire l’utenza in Pronto soccorso. C’erano barelle nei corridoi, sembrava uno scenario visto in tv in altre zone d’Italia. Non al Nord, non in Friuli. La situazione è pesante, se non la vedi con i tuoi occhi non te ne rendi conto». La denuncia relativa alle barelle nei corridoi in realtà c’era già. E le voci erano quelle - anonime - degli operatori, riportate su queste pagine alcuni giorni fa. Ma adesso c’è anche una testimonianza “ufficiale”. «Ripeto - prosegue ancora Benvenuto - non mi aspettavo un dissesto del genere: siamo in condizioni che non esito a definire più che pietose». 


IL LAVORO


Proprio la Cgil aveva lanciato una proposta alla direzione generale dell’ospedale: un questionario per sondare le lamentele del personale. «Una richiesta rimasta lettera morta», ha aggiunto Benvenuto. Ecco che allora le lamentele le ha raccolte lui stesso. «I turni non sono praticamente mai rispettati - prosegue la “fotografia” del sindacalista dopo il blitz in Pronto soccorso di lunedì scorso -, le persone vengono fatte rientrare al lavoro anche se sono nel loro giorno di riposo. Si parla di gente stanca, stremata. Non vengono rispettate le minime regole sulle giornate libere, e questo perché comunque non si può pregiudicare la salute dei pazienti. Tutto questo - è l’attacco più deciso - avviene con il silenzio della politica». 


RESA DEI CONTI


I rapporti tra i sindacati e l’attuale direzione generale dell’Azienda sanitaria del Friuli Occidentale sono buoni. Non siamo ai tempi del grande scontro registrato quando in sella all’AsFo c’era l’attuale direttore di Arcs Polimeni. Ma la tensione sta risalendo velocemente, con al centro la situazione sempre più pericolante del Pronto soccorso più grande del Friuli Occidentale. Il prossimo passo, a livello sindacale, sarà rappresentato dalle assemblee che avranno all’ordine del giorno il nuovo contratto e soprattutto le indennità per chi lavora in Pronto soccorso. 


Ancora più importante, però, un vertice che si terrà a breve con la direzione generale dell’Azienda. «In quel caso - ha garantito Benvenuto - chiederemo a chi guida l’ospedale delle risposte immediate per il Pronto soccorso. E se non ci saranno, valuteremo ogni azione possibile». 

 

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Il Gazzettino