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VENEZIA - L'emergenza nell'emergenza? È in Pronto soccorso: in Veneto mancano 100 medici, introvabili quanto e più degli anestesisti, dei radiologi, dei pediatri e degli psichiatri, per citare gli specialisti di cui c'è maggiore carenza. I concorsi vanno quasi deserti, sicché le Ulss arrivano a pagare anche 100 euro all'ora i pochi che si rendono disponibili per coprire i turni.
LA TARIFFA
Luciano Flor riferisce che è questa la tariffa applicata dalle cooperative, a cui le aziende sanitarie e ospedaliere esternalizzano il servizio quando non hanno più alternative. «La strada maestra sarebbe quella concorsuale», premette il dirigente regionale.
IL PROGETTO
Fra le varie carte giocate dalle Ulss, ce n'è una relativamente nuova: la possibilità per i dipendenti di svolgere servizi aggiuntivi, pagati 60 euro all'ora nei reparti ordinari, 80 nell'attività emergenziale e 100 se si spostano in un'altra azienda rispetto alla propria. Dopo oltre due anni di Covid, tuttavia, il personale è stremato. Così sempre più spesso gli incarichi vengono affidati alle cooperative. «Ma ora stiamo lavorando a un progetto di legge, per evitare il ricorso agli erogatori esterni», annuncia Flor, senza però voler svelare qual è la soluzione che potrebbe essere posta ai voti del Consiglio regionale. Su questo e altri temi, Regione e sindacati si confronteranno la prossima settimana, dopo che anche ieri a Padova la Fp Cisl è tornata a lanciare l'allarme sulla sanità. A.Pe.
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