Pronto soccorso, medici introvabili, l'emergenza costa alle Ulss 100 euro all'ora

Sabato 30 Aprile 2022 di Angela Pederiva
Pronto Soccorso di Schiavonia
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VENEZIA - L'emergenza nell'emergenza? È in Pronto soccorso: in Veneto mancano 100 medici, introvabili quanto e più degli anestesisti, dei radiologi, dei pediatri e degli psichiatri, per citare gli specialisti di cui c'è maggiore carenza.

I concorsi vanno quasi deserti, sicché le Ulss arrivano a pagare anche 100 euro all'ora i pochi che si rendono disponibili per coprire i turni.

LA TARIFFA

Luciano Flor riferisce che è questa la tariffa applicata dalle cooperative, a cui le aziende sanitarie e ospedaliere esternalizzano il servizio quando non hanno più alternative. «La strada maestra sarebbe quella concorsuale», premette il dirigente regionale. Ma lo scarto fra domanda e offerta, rilevato da Azienda Zero, è impietoso: a dicembre 2020 sono stati messi a bando 107 posti e sono entrati in graduatoria 14 specialisti; a settembre 2021, rispettivamente, 129 e 10; ad aprile 2022, addirittura 125 e 17. «A quel punto specifica Flor i vari dg provano prima con i turni aggiuntivi, poi con l'acquisto di prestazioni per cui abbiamo appena stanziato altri 40 milioni anche per il recupero delle prestazioni sospese a causa del Covid, quindi con i contratti in libera professione e gli ingaggi a gettone, infine con le cooperative. Quest'ultima formula è assolutamente legittima, ma non ci accontentiamo che vengano arruolati medici semplicemente iscritti all'Ordine: faremo controlli rigorosi, per evitare ad esempio che entri in servizio personale sospeso in quanto non vaccinato». In questo modo il Servizio sanitario regionale finisce però per pagare di più, oltretutto per avere professionisti precari. «Se in Veneto non troviamo candidati per i concorsi sottolinea al riguardo il direttore generale significa che le coop arrivano da altre regioni, oppure che si tratta di medici che preferiscono fare solo qualche turno alla settimana anziché vincolarsi a un contratto a tempo pieno».

IL PROGETTO

Fra le varie carte giocate dalle Ulss, ce n'è una relativamente nuova: la possibilità per i dipendenti di svolgere servizi aggiuntivi, pagati 60 euro all'ora nei reparti ordinari, 80 nell'attività emergenziale e 100 se si spostano in un'altra azienda rispetto alla propria. Dopo oltre due anni di Covid, tuttavia, il personale è stremato. Così sempre più spesso gli incarichi vengono affidati alle cooperative. «Ma ora stiamo lavorando a un progetto di legge, per evitare il ricorso agli erogatori esterni», annuncia Flor, senza però voler svelare qual è la soluzione che potrebbe essere posta ai voti del Consiglio regionale. Su questo e altri temi, Regione e sindacati si confronteranno la prossima settimana, dopo che anche ieri a Padova la Fp Cisl è tornata a lanciare l'allarme sulla sanità. A.Pe.

Ultimo aggiornamento: 15:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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