Dalla Grecia all'Italia attaccato sotto un camion per 34 ore. È la storia di Alì Akhtar, 25 anni, afgano, nato a Kunar. Nel nostro paese è arrivato nel 2011 passando per...
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Al posto di blocco spararono e uccisero un talebano. Quindi per una persona morta, volevano in cambio me. Mio padre pagò ma questo non servì perché dopo un anno loro tornarono, picchiarono davanti a me mio padre e mia sorella. Mi puntarono un coltello al petto e dissero che dovevo andare con loro». Per questo Alì decide di scappare. Ora vive a Marghera, dove condivide il suo appartamento con altri 6 profughi. Lavora a tempo pieno per una cooperativa di Mirano dove fa il mediatore e l'interprete. Sa cinque lingue: afghano, inglese, indiano, persiano e parla eccellentemente l’italiano: «Io - dice - che non sapevo nemmeno esistesse un paese chiamato Italia». Ha conseguito la licenza media e anche la patente di guida facendo i quiz di notte o in autobus finché andava al lavoro. Gran parte del suo stipendio lo invia alla madre, ai fratelli di 13 e 16 anni e alla sorella di 17. I talebani quattro anni fa sono tornati ma lui era già in Grecia. Non trovandolo hanno ammazzato il padre e la sorella maggiore Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino